Il Genio è per Palermo non soltanto il Padre, il Nume tutelare di luoghi e genti che l’hanno vissuta nei secoli e di quelle poche, che, ancora oggi, ne riconoscono l’influenza, ma anche una grande occasione di sviluppo e di affermazione dell’identità civica.
Nonostante dal 2017 sia stata istituita un’apposita festa annuale che ricorre il 12 gennaio, è intollerabile che non esista – se non in modo embrionale – un “itinerario del Genio” che possa svelare ai visitatori, ai palermitani e ai turisti, l’anima e il cuore di questo misterioso Genitore della città. Un simile itinerario, infatti, o “tour del Genio”, potrebbe comprendere luoghi emblematici e simbolici, in cui sorgono statue o effigi di Palermo: Palazzo Reale, Palazzo delle Aquile, Vucciria, piazza Marina, piazza Rivoluzione e Villa Giulia. Nel tour ricade un’ampia porzione del centro storico cittadino, con molteplici attività commerciali e turistiche, che ne verrebbero esaltate e valorizzate. Il Genio e il suo itinerario sono pari, per portata culturale e per testimonianze diffuse nel tessuto cittadino, a quello cosiddetto “arabo – normanno” (che più correttamente si dovrebbe chiamare Itinerario Bizantino, arabo, normanno).
Panormus, inoltre, è anche occasione di coesione e riscatto sociale, visto che storicamente ha rappresentato un simbolo civico di libertà e di identità delle sue genti, quelle palermitane. Oggi più che mai, in tempi in cui si favoleggia (a mo’ di slogan da campagna elettorale) di una inesistente “Palermo città mediorientale”, recuperare non soltanto la memoria ma anche e soprattutto la funzione simbolico-culturale del Genio è l’occasione per ristabilire una verità storica sulla città, ma anche metastorica: quella di Palermo capitale mediterranea, con tutto il pantheon di suoi simboli (da Tanit a Santa Rosalia, dai graffiti dell’Addaura al Genio), che, oggi più che mai, possono iscriversi in un nuovo progetto culturale di ampio respiro che parta, appunto, dall’identità.
Proprio per queste ragioni, il Genio è, inoltre, potenzialmente un brand in grado di costituire un punto di svolta nell’offerta turistico-culturale della città, perché immediatamente identificabile con il cuore di Palermo, con la sua anima più profonda e radicata e con l’attuale sfida che la città può cogliere: quella di presentare se stessa nelle sue molteplici influenze storiche, tradizionali e culturali che ne costituiscono quell’originalità, che è già di per sé un biglietto da visita da offrire ai visitatori e ai viaggiatori.
A questo proposito, sul territorio c’è chi sta lavorando da tempo per fare in modo che – sotto il segno del Genio – artigianato e arte divengano due facce di un grande progetto culturale. Un’idea che prevede anche il coinvolgimento dell’Accademia di belle Arti di Palermo e delle borgate marinare: un progetto, proposto dal professore della cattedra di mosaico Salvo Salvato, in collaborazione con lo Scultore Giovanni Lo Verso, presidente dell’ Associazione culturale Arèa, che si trova nel cuore di Palermo, in piazza Rivoluzione. Un luogo, una piazza, che potrebbe diventare proprio il centro del riscatto sociale e culturale di Palermo nel nome della sua storica ed originaria identità. Piazza Rivoluzione è storicamente la Fieravecchia, che è potenza e non solo memoria, in quanto ancora oggi lo storico mercato rivive nel ricordo – sia pure sbiadito – delle botteghe esistenti nel quartiere.
Che il Genio non sia solo memoria, ma attualità e propulsione creativa, è testimoniato anche dal fatto che da qualche mese a Palermo, su iniziativa dell’artista Francesca Pagliaro, è nato il “GenioPop”: in pratica, l’icona del Genio viene proposta con un linguaggio Pop, per dare un messaggio di apertura dal forte valore identitario, che dal passato diventa contemporaneo.
L’arte contemporanea e il genio già ai primi anni Duemila erano legati grazie alla manifestazione “Il Genio di Palermo”, ma la portata rivoluzionaria del GenioPop è che il Genio nella sua rielaborazione diviene icona itinerante, che porta il Nume panormita in giro per altri luoghi, non soltanto siciliani, ma di vari Paesi del mondo.
Palermu deve, perciò, diventare il biglietto da visita di una città che si riappropria dei suoi Luoghi e dei suoi Miti. Una nuova consapevolezza, che può nascere proprio a partire dal simbolo universale che è il Genius Loci, il Genio Protettore di Palermo e dei palermitani.
N.d.R.: Alberto Samonà si è già occupato di identità su questo blog, per approfondire il suo punto di vista consigliamo questa lettura.
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