Mi chiamo Salvatore Cangelosi, sono disabile e mi occupo attivamente da anni di politica e di disabilità in Sicilia. Sono Siciliano.
L’obiettivo di questo mio intervento è offrire una panoramica sulle problematiche che i disabili a Palermo ed in Sicilia si trovano a patire. Vi offrirò il punto di vista di chi vive questa condizione così difficile tutti i giorni, senza volere indurre a pietismi di sorta. Ma offrendovi semmai un punto di vista diverso.
Non intendo proporre l’ennesima litania pessimista sulle carenze di legge e amministrative, quanto un approccio propositivo che possa servire ad avvicinare veramente tutti al mondo della disabilità, che indirettamente e temporaneamente può riguardare direttamente ciascuno, favorendo una maggiore comprensione e soluzione del problema.
In Sicilia, mi sento tranquillamente di dire e di ribadire che la mentalità sta cambiando.
La comprensione e l’interesse verso le tematiche della disabilità è sempre più ampia. Sempre più persone si rendono conto che i diritti calpestati non sono solo i diritti dei disabili, ma i diritti dell’essere umano, essere umano che oggi deve riacquistare il suo valore, in un contesto indirizzato sempre più verso una preoccupante dis-umanità.
Alla fine tanti sono i disabili fisici e psichici, troppi i disabili sociali una categoria sempre più ampia che comprende coloro per motivi economici e culturali sono emarginati dai circuiti sociali e produttivi, anche se non disabili fisici.
In Sicilia c’è tanto associazionismo, molto attivo. Ma anche, e questo è un punto centrale, troppo distacco delle istituzioni, con le quali è praticamente impossibile parlare una lingua comune.
Serve come punto essenziale aprire un dialogo costante con le istituzioni al fine di analizzare i problemi in tutti i loro aspetti, con un lavoro di squadra che ponga al centro trovi risposte alle tante tematiche generalmente inascoltate perché non comprese.
Le barriere architettoniche
Il punto di partenza è il superamento delle barriere. Dove vivo io esiste ad esempio il problema dell’accesso alla spiaggia. Non è una cosa secondaria, immaginate cosa può significare se voi foste condannati a vedere ogni giorno gente che al mare si rilassa, si diverte, socializza ed a voi fosse consentito guardare, ma impedito sempre partecipare. Senza dimenticare che un paese a vocazione turistica non dovrebbe concedersi il lusso di avere ostacoli alla spiaggia ed al mare
Parliamo degli scivoli dei marciapiedi. Li a volte è solo questione di civiltà. Troppo spesso sono ostruiti da auto in sosta vietata. Chi lo fa non comprende fino in fondo di quale libertà preziosa sta privando un altro essere umano: quella di spostarsi.
La questione si allarga a tanti esercizi commerciali, per non parlare degli edifici pubblici e degli uffici in tanti casi sarebbe possibile con poco investimento superare il problema.
L’inserimento lavorativo
Se il superamento delle barriere ha a che fare con l’autonomia, altro punto importante è l’inserimento nel lavoro. Incentivare il lavoro telematico potrebbe permettere a tanti disabili di lavorare, non solo per sostentamento ma anche e soprattutto per sentirsi utili, per sentirsi vivi, per trovare dignità, per partecipare attivamente alla vita della comunità.
Un posto nel quale vivere
Abbiamo bisogno di alloggi speciali, con specifiche infrastrutture. Sarebbe necessario che nel piano edilizio venga considerata questa esigenza mediante la costruzione di edifici ed alloggi agevolanti la disabilità.
In Sicilia, ma vale naturalmente per molti altri posti anche del Nord, molti disabili e le loro famiglie vivono condizioni da reclusi perché gli immobili sono privi di accesso, di ascensore, di bagni adeguati.
Tutela in ambito sanitario
Per mia amara esperienza ho scoperto che nella mia regione non è prevista la precedenza ai disabili nelle visite ambulatoriali
Questo può comportare grave disagio e sofferenza per il disabile costretto ad aspettare il proprio turno, alcune patologie rendono doloroso e faticoso stare immobili o seduti.
Trasporti
I disabili siciliani come me sono praticamente isolati da un sistema di trasporti che è già drammatico per chi disabile non è. Carenze sul trasporto pubblico, difficoltà di accesso alle stazioni, ai treni, costi molto elevati per accompagnatori privati. Non ci si pensa, ma visitare un museo, andare a teatro o anche semplicemente partecipare ad un congresso o ad una pizzata con amici, può diventare e spesso è impossibile.
Un sogno che potrebbe diventare realtà, semplice da realizzare, risolvendo tanti problemi logistici potrebbe essere un sistema di Taxi. Che possa essere prenotato da casa, telematicamente e che possa offrire autonomia a chi vive spesso come un recluso.
Io parlo da una posizione di privilegio, ho una grande famiglia alle spalle, tanti amici. Proprio per questo sento che il mio dovere sia quello di dare voce a tutti quelli che nelle mie condizioni sono più sfortunati di me.
I temi che qui brevemente presento sono in breve la storia della mia vita e delle mie battaglie. È mia intenzione su questo blog approfondire nei prossimi mesi le singole tematiche, magari attingendo anche ad esperienze diverse dalla mia, e proponendo soluzioni e proposte adottate e funzionali in altre regioni ed altri paesi.
Post scritto in collaborazione con Viviana Dorotea La Rocca.