L’aeroporto di Birgi è in un momento di grande crisi, dovuta al crollo degli arrivi, ed all’inefficacia dei tentativi del CDA di farlo ripartire nonostante la dotazione di 14 milioni di euro della regione. A rischio i dipendenti dell’aeroporto e l’intero comparto turistico del territorio che paga crolli di presenze nell’ordine del 70%.
Non siamo su Lercio né su scherzi a parte, o forse si.
Girano insistentemente le voci di accordi che Airgest avrebbe in corso con la compagnia Top Line. Per voli intercontinentali. E con una non ben precisata compagnia rumena che potrebbe addirittura usare Birgi come base, come nel passato faceva Ryanair.
Se la notizia fosse vera, ma è talmente surreale che noi non ci crediamo, dovremmo dedurre che i consiglieri di amministrazione dell’aeroporto giocano a Risiko sulla pelle degli operatori del trapanese.
Andiamo pertanto in soccorso del CDA, perché sebbene siamo certi che la notizia sia infondata, e sia solo un modo per delegittimarli, riteniamo utile informarli che l’aeroporto di Birgi, secondo la classifica ICAO, è classificato di classe C. Mentre i voli intercontinentali necessitano aeroporti di classe E. Significa che l’aeroporto non è abilitato per infiniti motivi ad ospitare voli intercontinentali. Ma anche se lo fosse, non dispone delle attrezzature necessarie.
Sull’ipotesi di una compagnia Rumena che vola con aerei 737-400, quindi aerei di un paio di generazioni fa, c’è poco da ridere e commentare.
Una progettualità turistica per il trapanese
Il problema però è grave anche e soprattutto per altri motivi, ovvero se veramente il CDA di Airgest avesse deciso di perseguire questa strada, dimostrerebbe di non avere una reale visione prospettica del territorio. Ammesso, infatti, come per magia che riescano a fare salire di due classi l’aeroporto e che acquistino l’attrezzatura necessaria per sbarchi e gestione degli aeromobili (gli aeromobili intercontinentali sono più grandi dei 737), in realtà questo non risolverebbe il problema.
Birgi ha bisogno di voli giornalieri, di turisti. Ha bisogno di recuperare un milione e mezzo di passeggeri, di gente che viene in Sicilia a perdere tempo, divertirsi, spendere. Con viaggi brevi e frequenti, che è il trend del turismo internazionale. Le tratte intercontinentali hanno una destinazione diversa e sono di servizio all’intera Sicilia. Considerato il bacino di utenza (la cosiddetta area di riferimento) possono avere una frequenza molto lenta ed una utenza del tutto diversa dal turismo easy che ha fatto sviluppare il trapanese. In ogni caso, è impossibile prevedere più di un volo a settimana. D’altro canto, immaginate credibile un volo giornaliero New-York-Birgi?
Birgi-Ryanair fratture insanabili
Si dice che il CDA di Airgest abbia incontrato i vertici Ryanair, per l’ultimo disperato tentativo di dialogo, e che abbiano avuto riscontri molto negativi. Con questo CDA Ryanair non parla più. E non servirebbero neanche le indiscrezioni per capirlo. Mentre da indiscrezioni della compagnia sappiamo che sia per la prossima stagione estiva (2019) che per la prossima invernale (2019/2020) Ryanair non ha previsto nessun volo, anche i voli tecnici che Ryanair ha posizionato su Birgi in questa stagione saranno riprogrammati altrove. Anche qui solo un ingenuo può credere che Ryanair metta voli senza prendere co-marketing quando c’era un bando aperto a cui attingere. Ryanair ha programmato questi voli perché le serviva, e vista l’acredine maturata con il CDA di Birgi è credibile che appena possibile verranno tolti.
Sull’orlo del burrone
Nel frattempo chi ne capisce un minimo di pianificazione turistica ed aeroportuale sa che la stagione estiva è ormai chiusa. Quindi la prossima estate per Birgi sarà molto nera, e se non si interverrà entro le prossime settimane anche la stagione invernale sarà andata.
NON C’È TEMPO, verrebbe da urlare al Presidente Musumeci, al Presidente Angius, all’Assessore Turano, che di aeroporti sembra essere grande esperto, a giudicare dai video che mette in giro, più esperto delle persone che nomina visto che non riesce più a mettere firme su contratti di co-marketing, nonostante i soldi ci siano.
Se possiamo dare un suggerimento all’assessore Turano, se vuole essere credibile, se è lui l’artefice del successo di Birgi ora che ha ruolo e mezzi dimostri di cosa è capace. E crederemo anche alle leggende sul recente passato.
Attualmente a Trapani, Marsala, Mazara, in tutto il trapanese le strutture turistiche chiudono. Le prenotazioni sono in crollo, i prezzi a camera sono a 18 euro lordi, significa che tolte tasse e spese l’operatore incassa meno di 10 euro a notte. È una inaccettabile condanna per l’intero territorio.
Siamo al disastro e, mentre la nave affonda, fa male vedere l’orchestra suonare improbabili video e sognare voli intercontinentali quando non volano più neanche i monoposto.
Verrebbe da dire agli operatori turistici, ai Trapanesi, ai Siciliani. Svegliatevi. Se non prendete in mano il vostro destino nessuno lo farà per voi.