Il Natale elemento chiave di marketing turistico e territoriale
Il Natale è uno dei massimi momenti di marketing e commerciali per le imprese delle economie occidentali. È il periodo in cui si svuotano i magazzini. È anche uno dei momenti di alta stagione sul fronte turistico. Le destinazioni che sanno interpretare questo semplice assunto ed imparano a proporsi sul mercato ricco e spendaccione del Natale ne hanno un significativo ritorno economico.
A scuola di marketing dai francesi
I francesi lo hanno ben chiaro. È il caso di Strasburgo, che nel 1992 si è definita capitale del Natale, dando forma organizzata alla tradizione centenaria del mercato natalizio, oggi il più famoso e frequentato d’Europa (qui il sito ufficiale). Al punto che i siti turistici consigliano di prenotare in anticipo in quanto è difficile trovare da dormire in quel periodo. Periodo che viene anticipato di anno in anno. Quest’anno a Strasburgo il Natale è iniziato il 23 Novembre.
Discorso analogo vale per il Natale di Metz, anche per loro il Natale è una cosa seria che inizia molto presto, il 20 novembre in questo caso. Il Natale di Metz è considerato il secondo per importanza in Francia.
Accanto alle città francesi più gradi, inclusa Parigi, dove si organizza il mercato di Reims che ha la fortuna di avere sullo sfondo dello splendido scenario di Notre Dame, e Lione che organizza addirittura due mercati, il business è ben chiaro anche a città decisamente più piccole, come il paese di Kaisersberg in Alsazia o come Sierck les bains, il cui parco cittadino è stato addobbato con bellissime lanterne a tema, mentre in piccole casette di legno trovano posto gli artigiani.
Sono stato al mercato di Kaisersberg diversi anni fa, trascinato da mia nipote, francese di adozione, in un divertentissimo tour delle città con i mercati di Natale più belli della Francia. Le vie di Kaisersberg si trasformano in un unico mercato natalizio, con spettacoli, intrattenimenti e degustazioni in pieno stile medievale.
La ricordo come una bella esperienza per l’atmosfera giocosa ed allegra. Parimenti in alcuni momenti si faceva fatica a muoversi per l’enorme quantità di persone presenti. Decine di migliaia di persone ogni giorno per un mese in visita in un paesino di meno di 3000 anime, se non è questa creazione di valore ditemi cosa lo è.
L’offerta in tutti questi mercati è molto varia, dai tipici cibi da strada francesi ed alsaziani, birre e carni arrostite; ad artigianato di media e buona qualità. Poche cineserie in genere. Quest’ultimo un aspetto che credo importante e che sono certo sia occasione di attenzione da parte degli organizzatori. Perché la particolarità di questi mercati è che trovi sempre prodotti unici e di ottima fattura artigianale.
I mercati di Natale in altre parti d’Europa
La cura dei decori e gli allestimenti dei mercati natalizi sono tradizioni diffuse in tutta Europa, molto in Germania, oltre che a Berlino, in cui ne ho visti diversi in parti diverse della città, mi risultano anche a Monaco e in tutte le grandi città.
Nelle città del Nord Europa, trovo molto bello l’allestimento di Tallin.
Trovo bellissimo lo scenario di Vilnius, una città estremamente elegante, nella cui piazza centrale il mercato ha preso posto nell’ambito di uno spettacolare allestimento con un albero al centro.
Ho frequentato lungamente Vilnius per lavoro per dire che fanno un uso delle bellissime piazze molto intelligente. È abbastanza frequente trovarvi attività pubbliche e private di intrattenimento. Una mi è rimasta particolarmente impressa, in primavera una casa di champagne francese organizza pranzi e cene sospesi in aria con una gru al centro della piazza. Estremamente suggestivo.
Anche a San Pietroburgo grande cura per i decori e sono presenti diversi mercati in città, il più importante è quello in Piazza Manezhnaya.
In Polonia a Varsavia, ed ancora maggiormente a Cracovia nella splendida piazza del mercato, la cultura dei mercati natalizi pur non di antica tradizione prende via via piede. Accanto ad allestimenti e decori veramente belli. Ricordo che le decorazioni natalizie di Varsavia erano ancora presenti a febbraio, un paio di anni fa, dimostrazione che si tende strategicamente a stiracchiare il più possibile il clima natalizio un po’ ovunque.
Stesso discorso inaspettatamente per Minsk in Bielorussia con una grande cura per gli addobbi. La Bielorussia, una delle ultime nazioni sotto dittatura comunista, non sottrae se stessa al potenziale economico del Natale.
Il caso Palermo come paradigma della Sicilia
Palermo è un po’ il paradigma di quanto succede in tutta la Sicilia. Ovvero tenta di trovare una strada, ma senza un piano definito e chiaro annaspa in evidente difficoltà. Manca, anche su questo fronte, una visione organica dell’assessorato al Turismo, che dovrebbe intervenire con forza e determinazione tracciando delle linee guida ben definite ed individuando su quali destinazioni attivare la narrativa sul Natale.
In continuità con gli anni precedenti quest’anno a Palermo sono stati previsti due piccoli insediamenti di via Cavour e di via Magliocco, che sebbene gestiti indipendentemente e da associazioni diverse, provano ad ispirarsi anche negli allestimenti (in linea molto generale) ai modelli di mercato che ho provato a descrivere. Decisamente meno fortunato ed opportuno l’allestimento di Piazza Politeama, nel quale troneggiano i gazebo in plastica, che a mio avviso, dovrebbero essere banditi per legge dalle nostre piazze.
Gli organizzatori e l’amministrazione non me ne vogliano, ma nella quinta città d’Italia nella piazza principale sono immagini che andrebbero evitate. Fanno a pugni con qualunque senso estetico. Va ricordato che queste sono le immagini che turisti e residenti, nell’era della comunicazione social e globale condividono, sono immagini che viaggeranno su migliaia di profili social, l’immagine della città che ne esce è sconfortante.
Gli addobbi di Palermo
Con vari amici abbiamo scambiato foto delle nostre città. Alcune le ho postate qui (altre sono prese da Instagram). Mi sono difeso inviando con orgoglio lo splendido allestimento del Teatro Massimo, un addobbo che nella sua semplicità è estremamente fascinoso, con la scalinata decorata dalle stelle di Natale. Una soluzione che ha riscosso un grande successo. A dimostrazione che se hai gusto non servono poi molte risorse per decorare ed abbellire.
Per il resto, non me ne voglia l’amministrazione, la città è un po’ spoglia. E dispiace anche che le programmazioni di intrattenimento per il Natale siano partite in ritardo. Mentre avrebbe senso, per promuoverlo ed anche per dare modo agli artisti di prepararsi al meglio, completare il programma già in primavera e come fanno le città di mezzo mondo pubblicare tutto su un sito possibilmente in inglese e voglio esagerare in russo e cinese.
Il Natale è data certa da circa 2000 anni, perché farsi cogliere impreparati?
Conclusioni: uno sguardo al futuro
C’è da dire che la Sicilia e Palermo sono lontane dai modelli che ho raccontato, un po’ per storia un po’ per cultura. Inoltre siamo lontani tradizionalmente dalla capacità francese di creare valore. A questo si aggiunge che la tradizione dei mercati natalizi non è nostra. E come comunità non abbiamo ancora compreso quanto invece abbia un grande potenziale economico, che nella città di Palermo è troppo spesso vissuto dalle varie amministrazioni quasi come un costo fine a se stesso.
Nonostante questo voglio pensarla positivamente. Mi auguro che queste iniziative, ancora allo stato embrionale a Palermo, possano diventare in futuro integrate e coordinate e possibilmente pianificate nei tempi corretti, parte di un progetto e di una narrazione che la Sicilia e la Città vorrà e saprà fare di se stessa nel Natale e del Natale, anche schiacciando un po’ l’occhio al grande business sottostante. Dalla nostra parte abbiamo un immenso patrimonio religioso, gastronomico, iconografico che potrebbe integrarsi ed arricchire declinandolo nel modo corretto questo business sui nostri territori.
Io credo che vale per Palermo, e vale per l’intera Sicilia, il Natale debba essere interpretato, quale ormai è, come una grande opportunità di marketing cui i territori devono sapersi adeguare ed entrare in competizione con le principali destinazioni turistiche del mondo. Questo lo fai parlando di te, e facendo parlare di te a chi è in visita sul territorio con racconti e foto (cerchiamo pertanto di bandire le brutture in plastica dalle nostre piazze). Una narrativa nuova sul Natale a Palermo ed in Sicilia è possibile e credo non procrastinabile.
Strasburgo ci ha pensato 28 anni fa. Siamo in ritardo di 28 anni. L’anno prossimo saremo in ritardo di 29.