Sono stato contattato per un mio possibile reclutamento tra i ViVi da un operativo (un cosidetto Guerriero ViVi). Il gruppo No-Vax di cui mi sono occupato in queste settimane a seguito dei murales di Palermo.
Per un attimo mi sono lasciato tentare. Già mi vedevo in calzamaglia nera e passamontagna con passo felpato a scrivere sui muri della città frasi tipo “800A”. Oppure frasi meno criptiche tipo: “siete tutti coglioni”. Poi mi sono detto che i miei concittadini di essere coglioni già lo sanno. Ed anche se glielo dicessi comunque per partito preso non mi crederebbero. Ed anche se mi credessero non c’è una soluzione al problema. Alla fine mi sono defilato. Peraltro dare del coglione agli altri non rientra nell’ etica dei ViVi da quanto ho capito. Comunque ho lasciato correre il treno. Quindi se troverete scritto in rosso sotto casa vostra che siete dei coglioni non sarò stato io. Certo mi sarebbe piaciuto procurarmi una calzamaglia nera ed un passamontagna per insultarvi. Però non sono animale notturno. Per cui se vedete uno al politeama in pieno giorno mascherato che urla coglioni ai passanti venite a salutarmi, potrei essere io.
Scherzi a parte ovviamente è stato frainteso il mio interesse sull’argomento. Un po’ come se dopo il mio servizio sui formaggi dei sicani mi avessero proposto di diventare casaro, o dopo il mio racconto sui fiori di ficodindia mi avessero contattato per un consulto urologico (ndr. Per chi non segue i miei articoli sull’agricoltura i fiori di fichidindia hanno un’ottima azione drenante sulle vie urinarie).
Ho naturalmente preso al volo la proposta di contatto per sfruttare l’occasione e scambiare quattro chiacchere con un operativo dei ViVi. Gli operativi sono i cosidetti guerrieri quelli che provvedono alle azioni di addobbo delle città con scritte e murales. Deturpando le mura scrostate delle nostre città.
L’operativo con cui ho parlato (risparmio alla Digos di contattarmi: ci siamo sentiti su telegram da un account anonimo che è stato cancellato a fine conversazione) è tra i ViVi da qualche tempo. Non mi ha riferito di avere mai compiuto nessuna azione sul campo.
Conferme sulla strategia
Dalla conversazione ho avuto varie conferme metodologiche. I ViVi operano in modo cellulare, sono gruppi di azione molto piccoli, spesso unitari. Agiscono singolarmente ed in modo anonimo non si conoscono tra loro. Non hanno contatti diretti e personali con i primi (i primi sono i fondatori che istruiscono e danno direttive generali), se non per specifiche questioni che riguardano le azioni. Le singole azioni sono gestite tutte in modo autonomo sui territori. V_V non conosce, non autorizza, e spesso non riceve informazioni dopo le azioni se non dai giornali.
Abbiamo parlato in via teorica di cosa comporta una azione. Necessita di una preparazione anche lunga a volte. Ovvero conoscere bene i luoghi, studiare le vie di arrivo e partenza. Non avere con se prove documentali di quanto è stato fatto. E le prime volte c’è anche una certa tensione
adrenalinica. Penso che con la mia gestione dell’ansia in caso di un murales mi troverebbero stecchito prima del secondo 0 di 800A.
Le azioni non vengono rivendicate generalmente, perchè una rivendicazione sul territorio lascerebbe tracce. Cosi come una rivendicazione nazionale. Tutto è talmente parcellizzato che credo sia veramente impossibile ricostruire la struttura di questo gruppo ed individuarne i membri.
Con il mio contatto abbiamo discusso anche di V_V e dei primi. Gli ho evidenziato tutte le criticità che vedo. Non tanto su efficacia di tecniche e strategie ma sul fatto che questo gruppo non possa essere un modo per intercettare e gestire il dissenso.
Il mio interlocutore è convinto della buona fede di Voice e della serietà del progetto (della “Forza di Lotta” come preferiscono indicarla) dei ViVi. È certo della loro onestà.
Competenze lessicali o belliche?
Ho detto a lui quanto penso. Che mi sembrano persone con una notevole competenza. Anche lessicale. Mi hanno corretto alcune sfumature nelle parole, sono dettagli ai quali bada solo chi usa il linguaggio con competenza. Per questo ho avanzato al mio interlocutore che dall’altra parte potrebbe esserci anche uno come me (certamente molto più competente), che non ha alcuna specifica esperienza di conflitto, ma che imparato uno schema lessicale è in grado di usarlo con competenza. Il mio interlocutore dice che è possibile in via teorica, ma in via pratica il risultato è una azione di guerra sul campo che produce effetti e quindi non può essere, come io suggerivo, anche per provocarlo, che fossero dei ragazzini con i brufoli e gli occhialoni con fondo di bottiglia, mai usciti di casa. Leggo nelle sue parole sincera stima per Voice.
Combattente o Guerriero ViVi?
Chiamo il mio interlocutore combattente. Mi corregge si definisce guerriero. Combattere per lui è un atto di violenza. Mentre la lotta ViVi è non violenta. Sono sempre interessato dalle precisazioni lessicali, è una mia deformazione professionale. Citiamo Gandhi. Combattente per i diritti. Arriviamo alla sintesi che posso chiamarlo Combattente per i diritti e la libertà o guerriero. Nella mia idea combattere è meno connesso alla violenza di guerriero, perché guerriero evoca la guerra. Ma in realtà come tutto anche in questo caso dipende dal senso che ciascuno di noi dà alle parole.
Discutiamo di una parola che i guerrieri ViVi usano molto. La parola nazista. Quando a me è capitato di usarla nel contesto degli obblighi vaccinali sono stato aggredito anche da amici. Lui rivendica l’uso per indicare le modalità di azione di chi governa questa crisi. Come è noto con la stesura del codice di Norimberga si è stabilito il divieto a procedere ad un trattamento sanitario senza il consenso del paziente. La decisione fu presa contro le leggi di stato naziste che violavano tale diritto.
Il discorso affronta anche le questioni economiche. Già in molte circostanze l’Europa, con i provvedimenti economici e legislativi spesso estremi, ha mostrato spesso un volto crudele oltre che spietato. In Italia la crisi economica, voluta in tutti i modi non è ancora esplosa, perché la grande flessibilità degli italiani è stata disposta ad operare in perdita pur di tenere in piedi le imprese e le famiglie. Crede che questa narrativa da perdente dell’Italia, faccia parte della guerra psicologica che le IA stanno combattendo contro di noi.
Anche lui, come V_V pensa che ci siano le IA dietro quanto accade
Per me questa è la parte meno credibile della narrazione dei ViVi, anche se sto studiando le IA e la conversazione di Lemoine con LaMDA mi ha colpito abbastanza. Sappiamo che il nostro pensiero dipende dal nostro linguaggio in gran parte. Cosi mi sono divertito ad applicare la logica dei ViVi alle riflessioni del mio interlocutore. Cosa cambia se è una IA, un generale o quant’altro che cerca di agire contro il nostro amor proprio e di demolire economicamente il nostro paese?
Avrei voluto chiedergli se secondo lui esistono veramente i primi e non solo Voice. Ma non l’ho chiesto perché qualunque cosa pensasse poteva rispondere solo in un modo.