Sentenza storica a Firenze: dopo l’esperienza del nazi-fascismo non è sacrificabile il singolo individuo per un interesse collettivo.
“l’art. 32 comma 2 all’interno della carta costituzionale “personocentrica” dopo l’esperienza del nazi-fascismo non consente di sacrificare il singolo individuo per un interesse collettivo vero o supposto e tantomeno consente di sottoporlo a sperimentazioni mediche invasive della persona senza il suo consenso libero ed informato.”
Cosi recita la sentenza del giudice di Firenze Susanna Zanda in un provvedimento del 6 luglio scorso (qui la sentenza). Il giudice “sospende il provvedimento dell’Ordine degli Psicologi della Toscana che vietava ad una psicologa di esercitare la professione fino alla sua sottoposizione al trattamento sanitario iniettivo contro Sars Cov 2.” La giudice precisa che la dott.ssa potrà lavorare “alla stessa stregua dei colleghi vaccinati”.
Il periodo nazi-fascista citato nella provvedimento
Ben due volte nel documento è citato il periodo nazi-fascista e gli ordinamenti italiano e tedesco. Viene evidenziato come le costituzioni siano state elaborate come contromisura a quel periodo storico. La giudice sottolinea il fatto che l’interesse generale non può prevalere su quello individuale.
Viene data evidenza anche alla “inspiegabile” segretezza militare attorno ai sieri.
Nella sentenza è data evidenza al dilagare dei contagi anche tra i vaccinati ed agli eventi avversi gravi e mortali di soggetti vaccinati. Scrive ancora nella sentenza: “la condizione del soggetto vaccinato non è dissimile da quello non vaccinato perché entrambi possono infettarsi, sviluppare la malattia e trasmettere il contagio.”
Infine viene evidenziato il rischio di danni al DNA,
Questa storica sentenza è particolarmente importante perché entra nel merito degli aspetti costituzionali ed offre un punto di vista chiaro ed incontrovertibile su dove sia il limite invalicabile tra individuo e collettività.
Abbiamo osservato in questi anni come la giustizia è stata assente nel prendere una posizione in difesa dei cittadini e dei diritti costituzionali. Questo provvedimento riporta finalmente al centro del dibattito giuridico i diritti.
Personalmente ho varie volte messo in evidenza quanto l’intervento sulla libertà di autodeterminazione sanitaria abbia pericolosi precedenti proprio nel periodo nazista. Il fatto che questa epoca è stata evocata in un documento dello stato spero aiuti gli italiani a comprendere meglio le violazioni che rischiano di alimentare con il loro silezio.
Sebbene sia nei fatti sottolineo che la sentenza del giudice viene emessa sulla base della documentazione medica e scientifica sottoposta dal ricorrente. Significativo inoltre che sia stata prevista la sospensione in attesa del giudizio.