Bracconaggio in Sicilia, strage silenziosa. In occasione della pre-apertura della stagione di caccia a settembre, il Cabs (organizzazione di volontari anti-bracconaggio) denuncia l’uccisione a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, di numerose specie di uccelli protetti tra cui rondini, falchi pecchiaioli, ma soprattutto la fucilata a un giovane avvoltoio capovaccaio, un esemplare femmina lasciato marcire sul terreno.
Si chiamava Clara, era stata liberata il 3 settembre a Matera per migrare e nidificare in Africa. Il Cabs chiede al ministero dell’Ambiente: “Dove sono i controlli promessi?”.
“Il ritrovamento del rarissimo avvoltoio – spiegano i volontari – è stato consentito solo grazie ad un trasmettitore satellitare che portava sulla schiena e faceva parte di un progetto di reintroduzione di questa specie, ormai praticamente estinta in Italia. Senza il monitoraggio satellitare, infatti, nulla si sarebbe saputo della sua uccisione, così come nulla si sa delle innumerevoli specie protette uccise abusivamente in tutta la Sicilia nei primi dieci giorni di caccia, tra cui falchi pecchiaioli, rondini comuni, tortore dal collare ed altri piccoli uccelli”.
Il Cabs: “Sbagliata pre-apertura caccia a settembre, Regione siciliana responsabile”
Secondo il Cabs, quanto accaduto “richiama le responsabilità della Regione siciliana che ha inopportunamente previsto la pre-apertura della caccia e la possibilità di uccidere i piccoli uccelli in settembre. Non sono state rispettate le prescrizioni dell’Ispra, organo tecnico deputato al rilascio di pareri sui calendari venatori delle regioni”. Il Cabs richiama altresì le responsabilità del ministero dell’Ambiente e non solo sul bracconaggio in Sicilia: “Dovrebbe esercitare il potere sostitutivo nel caso di calendari regionali che non rispettassero i pareri dell’Istituto”.
Bracconaggio in Sicilia occidentale, ogni anno migliaia di reati
La Sicilia occidentale è stata indicata nel Piano nazionale antibracconaggio, approvato dal precedente governo, quale Black-spot. “Si tratta di un buco nero nel quale vengono ogni anno perpetrati dai cacciatori centinaia di migliaia di reati – spiegano dal Cabs – come l’uccisione di specie acquatiche protette nelle zone umide della provincia di Trapani. Oppure l’uccisione di specie protette e non (fringuelli, quaglie, tordi ed allodole) per l’uso indiscriminato di richiami elettroacustici vietati, il cui utilizzo è diffusissimo sulla terraferma ed alle Isole Egadi”.
Il ministro Costa: “Necessario aggravare le pene”
Sull’uccisione del rarissimo avvoltoio è intervenuto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa: “Una stupida fucilata ha interrotto il viaggio della speranza di una specie così minacciata come il capovaccaio, presente in Italia con pochissime coppie nidificanti. Un gesto vigliacco e inqualificabile. Dobbiamo fermare il bracconaggio attraverso l’inasprimento delle pene, rendendole efficaci e certe, perché non è pensabile che il nostro Paese sia ai primi posti per uccisioni illegali di fauna selvatica”.