Buone notizie per la fauna selvatica: le associazioni ambientaliste vincono il ricorso al TAR e fermano la caccia illegittima in Sicilia.
L’Assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana ha emanato il decreto di modifica del calendario venatorio, in conseguenza dell’ordinanza del TAR Palermo che, accogliendo il ricorso delle associazioni ambientaliste WWF, Legambiente e LIPU, non solo ha sospeso la stagione venatoria fino all’1 ottobre, dichiarando illegittimi la preapertura al 1° settembre e il posticipo della chiusura a febbraio, ma ha anche fermato per questa stagione la caccia al Coniglio selvatico, in virtù del fatto che il calendario venatorio è stato approvato non tenendo conto proprio del parere scientifico, peraltro molto negativo, dell’ISPRA del 21 giugno 2018.
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) è un ente pubblico di ricerca, sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente, ed è dotato di autonomia tecnica e organizzativa, il cui parere, seppur non vincolante, può esser disatteso solo presentando valide motivazioni tecnico-scientifiche.
Il TAR ha anche messo in rilievo il parere della Corte dei Conti sul grave danno erariale dovuto all’illegittimo prelievo venatorio di fauna selvatica che, ricordiamolo, è un bene indisponibile dello Stato, cioè appartiene alla collettività. Il danno, dunque, è stato compiuto ai danni non solo della fauna e dell’ambiente, ma anche di tutti i cittadini.
Personalmente ritengo che sia stato giusto e doveroso il provvedimento del TAR e mi auguro che si arrivi presto a fermare definitivamente questa pratica anacronistica e distruttiva, espressione di un cultura arretrata e violenta.
Per allietare le giornate degli amanti del mirino esistono i poligoni di tiro.
Ai nostri giovani dobbiamo insegnare, invece, l’importanza del rispetto della natura e della vita in ogni sua forma, e favorire pratiche e attività all’aperto, come l’osservazione naturalistica, il birdwatching, ecc., che diffondano amore e rispetto per il nostro territorio e la bellezza della natura.
Il parere dell’ISPRA
Riporto alcuni punti essenziali del parere dell’ISPRA in funzione delle normative vigenti, e che ci fanno capire quanto questa forma di divertimento elitario sia dannosa per la collettività, l’ambiente e la biodiversità:
– L’attività venatoria, la cui gestione è demandata alle Regioni, in ogni caso è subordinata alla tutela e conservazione delle specie faunistiche garantita dallo Stato, e anche da regolamenti europei e internazionali.
– La mancanza di un efficiente sistema di censimento e di raccolta e analisi dei dati sui carnieri richiede di muoversi seguendo il principio di precauzione.
– È vietato l’esercizio venatorio nel periodo di nidificazione, di riproduzione e di ritorno ai luoghi di nidificazione.
– La preapertura a settembre e la chiusura posticipata a febbraio compromettono i cicli biologici della fauna selvatica per il forte impatto dovuto al disturbo venatorio, e sfavoriscono l’attività di vigilanza venatoria.
– Limitazioni per il carniere giornaliero e stagionale.
– Evitare l’immissione di specie alloctone e para-alloctone.
– Le specie non cacciabili sono: Pittima reale (specie in pericolo), Storno, Marzaiola e Frullino. Le specie in pericolo, sottoposte a cattiva gestione o soggette a rilevante contrazione demografica: Combattente, Moriglione, Quaglia, Tordo bottaccio, Cesena, Tordo sassello. Divieto precauzionale per la Moretta, per la possibile confusione con la Moretta tabaccaia (specie a rischio estinzione), e per l’Alzavola per salvaguardare l’Anatra marmorizzata (specie protetta).
– Riguardo al Coniglio selvatico, l’ISPRA individua chiaramente la necessità di attivare censimenti e monitoraggi, di evitare i ripopolamenti con animali allevati, e definire zone di divieto di caccia per favorire la dispersione e poter valutare l’indice d’abbondanza in base al quale avviare una corretta gestione del prelievo.
La caccia al Coniglio selvatico ha, comunque, un impatto importante per l’effetto disturbo sulle specie tutelate, come il Capovaccaio a causa del saturnismo (ingestione di munizioni contenenti piombo).
E inoltre, l’ISPRA sottolinea il grave danno dovuto al disturbo venatorio determinato dalla caccia vagante e anche alle operazioni di addestramento dei cani: «il mantenimento di una innaturale condizioni di allarme e quindi di stress negli animali selvatici è all’origine di conseguenze negative su status e dinamica delle popolazioni, anche in maniera indipendente dall’entità del prelievo” e incidono sulla “mortalità complessiva, anche a carico di specie che non sono direttamente oggetto di caccia». L’utilizzo di cani da seguita aggrava la situazione. E infine, la presenza di cacciatori vaganti, aumenta la difficoltà nel controllo del bracconaggio.
La salvaguardia della natura e della biodiversità deve essere una priorità per tutti.
Invito tutti coloro che hanno a cuore la natura e la tutela del nostro territorio e degli animali a unirsi alle associazioni animaliste e ambientaliste che da anni chiedono l’abolizione della caccia.
Vi invito a partecipare ai presidi e a firmare le petizioni, ma anche a fare pressione sui vostri referenti politici affinché si attivino in questa direzione.
https://www.lav.it/petizioni/bastasparare
https://www.change.org/p/gian-marco-centinaio-chiusura-immediata-caccia-stagione-venatoria-2018-19
http://www.lipu.it/no-caccia-allodola
http://rispettoanimali.it/petizione/caccia-un-no-alla-caccia/
http://www.abolizionecaccia.it/blog/category/news/petizioni/
https://www.change.org/p/no-alle-lezioni-di-caccia-nelle-scuole-miursocial