Una vittima di violenza spesso si chiude a riccio. Lascia fuori dalla sua sofferenza tutto il mondo, anche se inconsapevolmente lancia dei segnali inconfondibili, ma chi è in grado di riconoscerli? e qualora riuscissimo a percepire questo silenzioso grido di aiuto , riusciremmo a supportare una ribellione o una rinascita di questo individuo?
Quando si pensa alla violenza si pensa principalmente a quella sulle donne. A una donna vista come “sesso debole ” un contrasto ambientale in una società matriarcale dove le donne sono mamme, sono instancabili, sono forti e coraggiose, altruiste al punto da dare la vita per i loro figli. Eppure queste stesse diventano vittime di violenza.
La cronaca ormai ci ha abituato ad un irrefrenabile susseguirsi di notizie, maltrattamenti, stupri, femminicidio. Protagoniste donne di ogni estrazione sociale di ogni luogo di ogni cultura.
Chi non si è trovato una volta nella condizione di sospettare che una donna , magari una persona a te cara , una persona vicina sia vittima di stalking o violenza ?
Anche il solo sospetto può provocarti sentimenti contrastanti, puoi sentirti spaesato essere colto da mille dubbi e soprattutto ti interrogherà su cosa sia giusto Fare o non Fare. ” mi fazzu i fatti Mia!?””.
Come se la Violenza fosse un fatto privato ! E’ questa la prima buca da saltare nel cammino verso la libertà di tante donne.
La violenza è affare di tutti
Come riconoscere una vittima di violenza?
Sono tanti i segnali di natura fisica, psicologica e comportamentale che possono indicare che una donna sta subendo violenza. Come la presenza di ematomi, contusioni, lividi o il racconto di continui incidenti traumatici. A questi si associano anche attacchi di panico, ansia, depressione, tendenza ad autocolpevolizzarsi, ma anche isolamento sociale, ritardi o assenze dal lavoro. Inadeguatezza.
Cosa fare?
Ascoltala e falla sentire al sicuro, evita di dare consigli azzardati o che possano essere interpretati.
Non mostrare stupore. Non permettere che dal suo racconto emergano in te sentimenti contrastanti verso colui che la maltratta. Nessun giudizio e cerca di non porre domande se non in modo da poter capire in maniera dettagliata gli avvenimenti, ad esempio: da quanto tempo va avanti … ecc.
Infondile forza e cerca di farle sentire la tua presenza dimostrandole solidarietà e incoraggiala a contattare un centro antiviolenza, fornendole un numero di telefono. Mettiti in contatto con un centro antiviolenza, o in caso di emergenza, contatta le forze dell’ordine.
Ma non fare NULLA SE NON SEI SICURO CHE LA TUA AZIONE SIA LA SUA VOLONTÀ.
Immagine di copertina relativa alla campagna di sensibilizzazione a cura della Polizia di Stato.