Sull’annoso problema dei mancati pagamenti dei contributi del biologico è arrivata una storica sentenza del Tar contro l’Agea (agenzia per le erogazioni in agricoltura) e l’assessorato regionale all’Agricoltura, con i giudici amministrativi che hanno dato ragione agli agricoltori e allevatori siciliani con i fondi bloccati da anni e ormai allo stremo delle forze. I soldi erano fermi per anomalie sul funzionamento del sistema informatico Sian dell’agenzia, così i produttori siciliani raggruppati nell’Unione allevatori Sicilia avevano richiesto che fosse accertato il malfunzionamento del sistema gestito appunto da Agea. Adesso, il Tribunale amministrativo regionale gli ha dato ragione. Un successo dall’alto valore simbolico, che potrebbe risolvere non pochi problemi ad un comparto trainante per l’economia siciliana.
Contributi biologico, agricoltori sull’orlo del fallimento
Le anomalie del sistema informatico finito sotto la lente di ingrandimento dei giudici del Tar ha di fatto tagliato fuori gli agricoltori siciliani dai finanziamenti europei, tanto che molti produttori sono sull’orlo del fallimento. Adesso, alla luce della storica sentenza, sarebbe auspicabile intervenire per una revisione dei vertici di Agea, agenzia che svolge per conto del ministero dell’Agricoltura le funzioni di “cassiere”. Come si legge sul sito istituzione dell’Agea, infatti, le sue funzioni sono quelle di “organismo pagatore italiano ed ha competenza per l’erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, nonché per la gestione degli ammassi pubblici, dei programmi di miglioramento della qualità dei prodotti agricoli per gli aiuti alimentari e per la cooperazione economica con altri paesi”. È inaccettabile quindi che nel 2018 la sopravvivenza sul mercato delle aziende agricole debba dipendere dalla mala gestione un sistema informatico.