Dopo il mio articolo sui ViVi (V_V) ho deciso di approfondire la questione provando ad intervistare Voice, il portavoce di questo gruppo.
Le mie curiosità in ordine sparso sono legate al dove e quando hanno deciso di avviare questa campagna di murales, e dove hanno acquisito le competenze per elaborare la loro strategia, in ultimo quale è in dettaglio la strategia che li anima nel loro agire.
In realtà operano da tempo sia sul web che fuori dal web, come mi verrà confermato successivamente, ed hanno in atto una strategia che va oltre i murales.
V_V: sono efficaci le loro strategie?
Le loro strategie diffondono messaggi contro i vaccini. Sono efficaci? Certamente sono distribuite sui media tradizionali gratuitamente. Se valuto questo dal mio punto di vista professionale (operatore della comunicazione) è un successo indiscutibile. Chi fa lavori come il mio ha come obiettivo la distribuzione di un messaggio al maggior numero di persone al costo contatto più basso. In questo se ci riflettete un muro imbrattato, una notte di lavoro, come quella allo Spallanzani di Roma, ha generato una distribuzione del messaggio dal valore incalcolabile. Se scrivete “Spallanzani no vax” su google si trova la notizia nelle prime 10 pagine di ricerca. Con la media di dieci risultati per pagina, al netto di qualche articolo fuori contesto, stimo in sessanta/settanta articoli solo da questa ricerca. Immagino quindi che la notizia sia stata riportata centinaia di volte.
Le critiche dei No-Vax ai V_V
Ma questa ripetizione del messaggio funziona? Su Palermo ad esempio l’attacco dei ViVi ha determinato un netta opposizione da parte del fronte dei medici contrari alla strategia vaccinale. A seguito della campagna murales all’ordine dei medici infatti si sono interrotti i buoni propositi di dialogo dell’ODM di Palermo con i medici “dissidenti” ed una serie di conferenze inizialmente programmata è stata soppressa. Amici del comparto medico hanno avanzato i dubbi che i ViVi agiscano come una sorta di disturbatori di sistema per buttarla in caciara e quindi indebolire l’opposizione per via “civile” ai protocolli vaccinali. Su questi ed altri temi mi piacerebbe discuterne con Voice.
Non ho le informazioni e le competenze in questa fase per capire se agiscono per conto di terzi. Però se così fosse non credo che la loro azione sarebbe cosi superficiale. Ovvero se sei un soggetto normalizzatore su base nazionale, come ad esempio abbiamo capito essere il movimento 5 stelle, non intervieni su una cosa cosi secondaria come un ciclo di conferenze in una città di secondaria importanza. Questa preciso è solo la mia opinione.
Alla mia richiesta puntuale la risposta è perentoria: non sapevamo nulla di questi eventi come non lo sapevano i guerrieri che hanno agito.
Il mio contatto
Per provare a contattare Voice, che è il portavoce del gruppo, ho lasciato un messaggio nella pagina facebook Essere ViVi.
Sono stato contattato da Viviana che mi ha dato un contatto telegram V_V.
Ho avviato una conversazione con questo account. Il mio interlocutore fa parte del team dei “primi” cosi si è definito. Intendendo il gruppo che ha avviato il progetto ViVi, precisa che non è un “progetto” ma una forza di lotta non violenta.
La forza di lotta
L’iniziativa non sarebbe l’azione di un singolo. Ma di un team. Quanti sono i membri di questo team di primi non mi è stato riferito. Cosi come resta ignota la consistenza del gruppo degli operativi. Gli operativi vengono qualificati e si qualificano come guerrieri. Sono in pratica le persone che sul campo svolgono le azioni di cui poi abbiano notizia, come i murales o gli attacchi social.
Da qualche parte avevo letto che gli operativi venivano indicati con un numero progressivo. Il numero 3167 o qualcosa del genere l’ho incrociato nelle mie ricerche. Credo che da oltre un anno però questa prassi sia stata abbandonata, quindi è probabile che nei due anni il gruppo abbia coinvolto svariate migliaia di persone. Anche se ho capito che sono flussi di adesioni oscillatorie. Certamente il numero e la frequenza di questo periodo lascia intendere un flusso in aumento.
La cosa curiosa è che osserviamo questi picchi di attività quando sembra che la questione vaccini sia meno attuale.
I guerrieri V_V
I guerrieri sono autonomi, si autoregolano, e chiedono ai primi più che altro consigli e suggerimenti. La struttura così frammentata e cellulare ovviamente è una struttura perfetta per la guerriglia. I gruppi non si conoscono tra loro, ed è credibile che gli stessi primi siano in contatto con gli operativi solo attraverso account telegram e non conoscano le identità dei loro interlocutori.
V_V, così vuole essere indicato il mio interlocutore, in chat mi conferma che il modello Subcomandante Marcos, da me citato nell’articolo dedicato a Palermo, è stato loro di ispirazione.
Lo abbiamo studiato a fondo – mi dice – L’ispirazione è nata non per affinità ideologica ma per apprezzamento dell’impostazione sociopsicologica e tattica della sua lotta, che calza in molte cose con la nostra. Entrambe sono genuine e primitive per necessità. La sua come la nostra contingente come contrasto alla manipolazione psicologica del sistema.
Immagino che tutti i primi siano tra loro intercambiabili. Magari scrivevo proprio con Voice, o magari per via della voce distorta fanno Voice a turno. Qualunque sia l’opzione è comunque marginale. Il gruppo non avendo un capo riconoscibile si rende meno vulnerabile ad attacchi esterni.
Analisti di conflitto
Il team dei primi, mi riferisce V_V, è composto da analisti di conflitti. Analizzano in pratica scenari di guerra. Attualmente forniscono tramite terzi consulenze, immagino a governi o organizzazioni. Non ho avuto modo di approfondire, ma conto di farlo.
Se io fossi consulente di Speranza sconsiglierei di intervenire agli attacchi dei ViVi. Cancellerei la mattina presto le scritte ed ignorerei l’attacco. A questa considerazione V_V ha risposto che non possono farlo. Ed è questo il principio della guerra psicologica che stanno combattendo.
Il consenso della strategia vaccinale dal loro punto di vista è appeso ad un filo. Il rischio di mostrarsi deboli è maggiore del rischio di diffondere il messaggio. Per cui le istituzioni sotto attacco si trovano in una sorta di paradosso. E se replicano hanno tutto l’interesse che le repliche vengano diffuse e diano una sensazione di forza a chi guarda. Cioè noi popolo. Questa azione di forza necessaria distribuisce il messaggio che intende demonizzare.
Evocare la paura
A questo punto spontaneo chiedersi se la distribuzione del messaggio può avere efficacia in quanto tale. V_V mi spiega che non sono informazioni quelle che loro trasmettono. Con le scritte sui muri intendono evocare paura in chi legge. Confermano pensieri che in un modo o nell’altro tutti abbiamo avuto. I ViVi usano la strategia della paura alla base della campagna vaccinale contro la stessa campagna. La paura, visto che lo scopo e positivo, serve a mettere in allarme. Quindi – spiega V_V – la nostra diventa strategia dell’allarme.
Visto da questa prospettiva è un approccio geniale, comunque la si pensi.
I murales hanno il vantaggio di non essere censurabili da algoritmi social, ma soprattutto monitorabili. Ovvero le IA non possono monitorare le reazioni. Si trovano quindi cieche. Non possono sapere cosa queste scritte determinano e quindi non possono attuare alcuna contromossa.
Circa la mia obiezione relativa al fatto che gli attacchi a Palermo non sono stati accolti con entusiasmo dal mondo No-vax, lui spiega che è un problema legato all’accettazione dello stato di guerra. Fuggiamo dall’idea che qualcuno intenda veramente pianificare uno sterminio di massa, come invece pensano i ViVi. Chi crede nella strada delle vie ordinarie, la politica, le manifestazioni, le petizioni, i tribunali non può accettare schemi di comportamento fuori registro.
Parimenti le IA possono tranquillamente gestire quanto è canonizzato.
La guerra delle IA
Questo porta alla conferma di quello che già sapevo, ovvero che nella visione del mondo dei ViVi siamo in una guerra combattuta dalle IA. In quanto esperti in analisi belliche i primi ViVi sostengono di avere esperienza in questo genere di conflitto perché capitano spesso simulazioni tra IA ed intelligenze umane. Ed in questi conflitti V_V mi risponde che capita abbastanza spesso che l’intelligenza umana, non prevedibile, abbia la meglio.
Porto ingenuamente la discussione su chi abbia interesse a fare questa guerra. La risposta è molto acuta e spiazzante. Io non sono una analista di conflitti. Nel mio lavoro ho sempre bisogno di sapere chi agisce. Perché in comunicazione il soggetto emittente la comunicazione ed il soggetto ricevente sono i due pilastri del processo. Oggi ho guardato come davanti allo stesso problema chi guarda dalla prospettiva del conflitto parte dal “come”. V_V mi ha spiegato che se parti dal come puoi capire se sono amici o nemici che ti attaccano. Chiedersi “quali armi usano? Come si muovono? Intercetti le loro comunicazioni? Hai interferenze nelle comunicazioni non consuete ? ecc…”
Queste sono alcune delle indicazioni base che riceve un operativo in campo militare. Approccio che immagino vada declinato in questo genere di conflitto in atto.
La somministrazione dei vaccini
Il “come” in questo conflitto, dal punto di vista dei ViVi, è mediante la somministrazione di qualcosa nei nostri corpi attraverso i vaccini. Lo sforzo fuori misura per inoculare tutti ed in modo continuativo è certamente un indizio in tal senso. La sostanza, qualunque essa sia, avrebbe lo scopo di sterminare una buona parte dell’umanità e poter controllare i corpi delle persone rimanenti. Solo controllando i corpi puoi avere il pieno controllo. Tutto questo perché sono – per V_V – affetti da psicopatia criminale. Il punto è che questi, chi sono non è importante da definire (abbiamo già visto che in guerra non serve sapere chi, ma come), pensano che il mondo sia loro e semplicemente se lo stanno prendendo.
A partire da questo scenario rivendicano le posizioni no-vax perché intendono difendere il diritto inalienabile di tutti di poter dire no ai vaccini, anche se decidi di farli, devi sempre mantenere il diritto si potere scegliere.
Anche la guerra in atto sarebbe una scaramuccia ampiamente sotto controllo elaborata perché la sindrome della paura da virus non era più pienamente efficace e inoltre per costruire crisi energetica e alimentare.
Conclusioni
Alla fine della conversazione ho la sensazione comunque di avere comunicato con un interlocutore lucido e che ha contezza delle cose di cui parla.
Ovviamente non posso essere certo che il mio interlocutore fosse uno dei primi, o che tutto il team non sia costituito da un solo membro. Ma in realtà sarebbero dettagli secondari. Se uso la logica da analista di conflitto, interessante capire come operano, non tanto chi e quanti sono.
Sui ViVi mi sono documentato finora dalle loro chat. Ho letto oggi un articolo sul corriere nel quale la spiegazione del nome è rimandata ad una frase latina. In realtà ho spiegato nel mio precedente articolo da dove viene il nome. Mi chiedo se la superficialità del corriere sia dovuta ad uno dei tanti sintomi della morte del giornalismo, o se vi sia dell’altro.
Altra cosa strana è che non ho trovato notizie sui ViVi nei cosiddetti mezzi di controinformazione. Né notizie sugli attacchi, né una narrazione esterna come questa mia. I media tradizionali riportano le news con le posizioni ufficiali. Nessuno si è posto il problema dell’altro punto di vista. La cosa pone dei dubbi, piacciano o meno le loro idee; convincano o meno le loro illazioni. I ViVi sono una realtà nazionale, capillare e molto aggressiva e lascia riflettere che su di loro circolino poche informazioni da soggetti terzi.
Concludo la conversazione via telegram con una domanda probabilmente un po’ ingenua. Ovvero se in considerazione degli scenari apocalittici da loro dipinti hanno paura.
Non c’è tempo per avere paura – mi risponde V_V – se hai tempo per avere paura non stai facendo il massimo.
La risposta che ci si aspetta da un guerriero sul campo di battaglia.
(l’immagine di copertina è stata postata da V_V a conclusione della nostra conversazione)
Errata corrige
p.s. V_V mi ha fatto notare che l’imbrattamento è un reato penale, non amministrativo come avevo affermato. Errore mio. In realtà avevo lasciato l’errore per vedere se leggevano l’articolo. Lo hanno letto. Scherzo. Mi scuso invece con chi dopo avere letto il mio articolo ha imbrattato qualche muro ed adesso si trova in galera. Mi spiace, siete avvisati. In futuro non leggete i miei articoli se non volete andare in galera.