Riepiloghiamo. Sono disposto a essere scientista ma solo se la scienza allarga la sua visione di scienza. Se essa riconosce la conoscenza storica dello sviluppo della scienza e la conoscenza filosofica come momento critico interno alla scienza stessa, se inoltre allarga la scienza anche alle altre discipline non esatte. Se la scienza si riconosce come questa forma di sapere allargato che non può separare al suo interno il sapere dal cammino evolutivo del sapere stesso e che presuppone sempre disponibilità al dialogo….. allora sono disposto a essere uno scientista ovvero ad affermare che in questo caso la scienza è l’unica forma di sapere possibile.
Ma in questo caso lo scientismo sarebbe semplicemente il sapere umano nella sua unitarietà. Il dialogo tra il dialogo e la scienza è interno alla vera scienza. Non ha bisogno di me, del mio articolo.
Interlocutore
I: La scienza non può essere discussa in quanto è un sapere stabile e garantito da criteri oggettivi
M: Proprio il contrario. Non siamo più ai tempi di Galilei. Lo scienziato vero sa che il sapere non può essere reso stabile come una sorta di gabbia che racchiuda l’esperienza continuamente cangiante perché la innovazione dei fatti richiederà teorie diverse domani.
I: Lei discute di ciò di che non conosce e ignora che, affinché una teoria possa essere detta scientifica, deve passare degli step e solo il consenso intersoggettivo della comunità scientifica riconosce la validità di quella teoria.
M: questo è uno spunto interessante. Procediamo con ordine: lei sta dicendo che il fondamento della verità di una teoria è il consenso intersoggettivo della comunità scientifica?
I: Sì. Esattamente
M: allora io le chiedo. Qual è il fondamento che rende vero questo consenso? Dovrebbe essere la verità se vuole essere un consenso intersoggettivo vero.
I: Si
M: Quindi ciò che da legittimità al consenso intersoggettivo è la verità che il consenso intersoggettivo deve riconoscere tale. Questo è il pragmatismo che rende debole la scienza. Il mio cane Leo girava per un ora cercando di afferrarsi la coda.
I: Basta con questi filosofemi da quattro soldi. Esistono dei criteri oggettivi sulla base dei quali si stabilisce se quella data ricerca può essere considerata vera.
M: Ok, da capo, non ci agitiamo: qual è il fondamento di questi criteri oggettivi? Chi li stabilisce? Il consenso intersoggettivo?
I: Si
M: Riepiloghiamo dunque: il consenso intersoggettivo decide la verità di una teoria. Mi sta bene ma domando: la verità che stabilisce la verità del consenso intersoggettivo è data da criteri di verità posti dal consenso intersoggettivo in questione? Alla fine la verità, così posta, diventa una forma di fede ovvero rinvia alla volontà di intrepretare il mondo in un certo modo. La mia domanda a questo punto è: non esiste un fondamento innegabile di questa verità continuamente cangiante?
I: Quello che vuole dire è che non esiste dunque la verità?
M: No questo lo dice lei. Il contrario. Ci riprovo.
Affermo esattamente il contrario ovvero che non può esistere solo questo criterio di verità pragmatico. Che esiste una Verità che costituisce il fondamento del consenso intersoggettivo ma che non può coincidere con il consenso stesso, anche se essa sfugge perché, per sua natura, eccede sempre il tentativo della ragione di circoscriverla dentro una teoria o un sistema. Voglio dire, altresì, che la verità dell’accordo dei soggetti tra loro, se vuole avere senso, non può auto fondarsi ma deve presupporre una verità più ampia e più profonda che ci spinga ad andare oltre e a guardare insieme verso la verità: essa non può coincidere con quell’accordo perché quell’accordo non è una verità statica ma un consenso in cammino che può essere modificato.
I: Lei mi sembra un sofista.
M: Un sofista è colui che afferma che la verità non esiste. Io affermo che la Verità esiste e noi siamo in cammino verso la verità perché questo nostro stesso dialogo la presuppone, diversamente nulla avrebbe senso. E’ lo scientismo che produce il relativismo (che contesta) e il sofismo. La scienza e la filosofia, insieme all’arte e alla spiritualità, oggi possono ritrovarsi lungo la stessa strada nella Verità, verso la Verità.
Altro interlocutore
I: Se una persona diffonde teorie inventate va censurato per il bene della collettività.
M. Non sono d’accordo. Dialogo sempre aperto e mai imposizione di fede! E’ questa la filosofia. Non dobbiamo usare la stessa logica che contestiamo. Lo scientismo è l’ ideologia del neo liberismo e ci porta verso una deriva anti democratica ed è una posizione, come detto, non priva di errori e, quello che più conta, pericolosa perché intransigente e si presta al gioco della sua deformazione fino a convertirsi nel suo contrario. Non possiamo diventare arroganti e anti democratici solo perché abbiamo il potere della conoscenza. L’ ho scritto. La verità se è tale è sicura di sé e non ha bisogno di sopprimere la non verità. La non verità si auto negherà da sé Basta aspettare. Se ti arrabbi riveli che dietro la verità che predichi c’è la tua volontà di potenza di imporla per il tuo interesse.
I: Enrico Fermi afferma che solo chi fa scoperte scientifiche può parlare di scienza.
M: Potrei essere d’ accordo se Fermi mi dicesse questa affermazione, non scientifica ma filosofica con una equazione.
I: Che vuole dire?
M: Che potrei capovolgere la questione e dire che solo chi ha mostrato grande flessibilità cognitiva, capace di dialogare con tutti, anche con chi non è filosofo, può fare affermazioni filosofiche simili. Poiché si tratta di una affermazione strictu sensu, non rigorosamente scientifica ma filosofica che non ha valore alcuno proprio sulla base di ciò che dice Fermi stesso. Nè come affermazione scientifica ma nemmeno come affermazione filosofica. Lo scienziato dovrebbe dimostrarmi e comunicarmi con linguaggio scientifico la verità di questa affermazione.
I: Non la seguo.
M: Voglio dire che ogni scienziato che voglia restringere in modo così rigido il dialogo, riducendolo a dialogo tra specialisti, fa anche filosofia ma una cattiva filosofia. Se vuole separare nettamente la filosofia dalla scienza lo scienziato dovrebbe esprimersi, non con un linguaggio quotidiano e filosofico che egli giudica privo di fondamento, ma con protocolli rigorosi che riguardano i fatti.
I: Esattamente è quello che intendevo
M: Ma cosi facendo il suo sistema diventerebbe un delirio formalizzato. Gli stessi neopositivisti logici hanno dovuto ammetterlo: il verificazionismo è una filosofia il cui valore che non può essere verificato. Non si può eliminare la filosofia e non si può eliminare il linguaggio ordinario. Dirò di più. Qualcosa che forse la scandalizzerà. La filosofia scandalizza sacerdoti di tutte le chiese, religiosi o laici, che siano. E’ un pensiero scomodo che, poiché non serve nessun interesse, può disturbare chi chiama “Verità” l’imposizione dei propri interessi. Non si può eliminare nemmeno la metafisa ovvero l’esistenza di un pensiero esplorativo che vada oltre la fisica. Gli stessi fisici grandissimi dei nostri giorni sono degli eccezionali metafisici. Discutono di universi a più dimensioni e universi paralleli e di altri scenari che non sono sperimentati ma sono ipotesi plausibili e coerenti con i dati osservativi.
In realtà credo che Fermi dicesse (ma non ne sono sicuro) che è scienziato solo chi fa scoperte scientifiche e non chi discute delle scoperte. E su questo siamo d’ accordo. Sulla diatriba tra Zichichi e Odiffreddi, ad esempio, io sto con Zichichi che è uno scienziato e non un filosofo fondamentalista, laico e scientista, che parla di scienza ed è mosso dalla ossessione della sua fede nell’ateismo. Il fondamentalismo laico, esattamente come lo scientismo e il relativismo, sono l’ideologia del super capitalismo attuale.
Altro interlocutore
I: Popper afferma che le proposizioni protocollari cioè quelle che esprimono l’esperienza non hanno un valore assoluto ma devono essere accettate sulla base di un consenso intersoggettivo.
M: Perfetto. Ne ho parlato con un altro amico. Lo stesso consenso intersoggettivo non ha valore assoluto e ha bisogno di essere giustificato: la verità diventa una fede, una volontà di interpretare il mondo in certo modo. Non può auto giustificarsi mai come verità definitiva. Alla fine torniamo sempre al fondamento della Verità che, sebbene sfugga, deve esistere perché si possa procedere lungo il sentiero della verità. Esiste la Verità come fondamento. Non esiste la possibilità di identificare e risolvere questa Verità con la verità parziale in cammino verso il suo compimento. Ma ciò non vuol dire che la verità parziale in cammino sia falsità, essa partecipa del movimento del farsi sempre più vero del vero.
I: Lei crede nella verità con la v maiuscola
M: Non credo, la mia non è fede, piuttosto pongo la verità con la V maiuscola alla base della verità parziale che si muove verso la sua meta.
I: Volevo dirle che Popper ci spiega come chi crede nella Verità di cui lei parla ci conduca a forme politiche anti democratiche e assolutistiche. Fa l’esempio di Platone e Hegel Bisogna mettere da parte la verità e parlare di funzionalità di una teoria.
M: Non sono d’ accordo. Lei, concludendo cosi, impedisce di fatto il dialogo: questa è proprio la visione dello scientista che, poiché afferma che la Verità non esiste, afferma il dominio del sapere tecno scientifico senza limiti.
I: Mi spieghi meglio
M: se non esiste la verità, allora dobbiamo accettare solo ciò che funziona meglio senza discutere. La verità diventa ciò che è più efficace. La volontà di potenza di ciò che è funzionale domina incontrastata. La filosofia contemporanea qui diventa serva del potere e suddita della tecno scienza poiché giustifica il suo dominio senza limiti. La filosofia deve essere anche filosofia della scienza ma non solo. La filosofia è, e resta, autonoma sia dal sapere religioso che scientifico. Non succhia le ruote a nessuno. Ai filosofi scientisti preferisco i veri filosofi e i veri scienziati. A Odifreddi preferisco Penrose e Severino. A Telmo Pievani Deleuze e Heisemberg. La vera filosofia può dialogare con la vera scienza ed entrambe con la verace spiritualità. Per quanto riguarda Popper, egli è un ottimo epistemologo ma non si mostra grande conoscitore di filosofia. Ad esempio Spinoza crede nella Verità ma è sostenitore della massima libertas filosofandi e di una visione radicalmente democratica. La Verità non può farsi mai dittatura della verità che censuri e condanni l’errore. Amo riportare quella che giudico la definizione più bella di democrazia: “Io desidero che tu goda del bene di cui io godo ma non che tu viva secondo il mio modo di pensare” E’ bellissimo e certamente Spinoza non è un relativista. La potenza del suo pensiero ci mostra lo spazio della Verità. Voglio dire che non c’è bisogno di perseguire nessuna censura. È un gesto incauto e stupido che rivela e smaschera gli interessi che stanno dietro questo gesto. Questo lo ripeterò fino alla nausea.
I: Lei crede nel valore della controinformazione?
M: Si. Io postulo la libertà di dissentire da qualsiasi verità posta sul trono della storia.
Lunga vita alla controinformazione seria e democratica e al diritto di potere esporre ipotesi non allineate purché argomentate con serietà. Esattamente come lunga vita alla scienza che rifiuta di essere arrogante volontà di potenza e si apre allo spazio democratico del dialogo. Tra la verità e la falsità c’è sempre la verità parziale e la parziale falsità.
Quando Aristarco nel 260 avanti Cristo affermò che la terra si muoveva intorno al sole lo derisero e lo perseguitarono! Era una evidente fake news. Sono passati 1800 anni per scoprire che aveva ragione. Diciamo che la verità fu che per migliaia di anni siamo vissuti sotto la dittatura della vera fake news ovvero che la stelle si muovessero e la terra fosse ferma. Le verità di ieri diventano le fake news di domani e le fake news di oggi magari le verità di domani. Chi può dirlo. Il fatto che esiste una forza di gravità che agisce a distanza in uno spazio rettilineo oggi è una fake. Se nel 1800 qualcuno avesse detto che la terra si muoveva in uno spazio curvo sarebbe stato preso per il naso e denunciato dal Burioni ottocentesco di turno e dal patto della scienza. A mio avviso la cautela nelle nostre affermazioni sarebbe sempre opportuna. Se la scienza credesse a quello che ella stessa dice come verità assoluta non si sarebbe evoluta. Ma si può evolvere perché si muove sempre verso la Verità’ come cammino aperto a nuove ristrutturazioni di campo cognitivo. Giordano Bruno affermò che esistono mondi infiniti paralleli. Un’altra fake news che bisognava censurare. Oggi i fisici affermano che possono esistere universi paralleli. Se la teoria delle superstringhe dovesse essere confermata (ed è la migliore candidata come teoria unificante) allora essa implicherebbe il multiverso. Il dito medio di Bruno verso il cielo oggi indica gli infiniti mondi. Ma potremo continuare.
Il bambino, futuro sciamano, che viveva a Parigi nel 1920 disse al padre di avere avuto una nuova visione incredibile ovvero di avere visto il mondo, l’universo intero espandersi e le stelle allontanarsi le une dalle altre. Il padre rispose ; “basta con la tua follia” e giurò che se avesse continuato così sarebbe stato costretto a ricoverarlo.
Che l’universo si espande a una velocità pazzesca conferma oggi la verità folle e visionaria di quel bambino.
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