Marsala può affrontare e superare bene la fase 2. Se ci siamo trovati impreparati di fronte a una pandemia globale, siamo in qualche modo giustificati, ma, se non pensiamo a delle strategie per risollevarci dalla forte crisi economica che verrà, non abbiamo nessuna giustificazione, semplicemente non abbiamo affrontato i problemi in modo razionale e coraggioso.
La pandemia globale causata dal COVID-19 ha preso di sorpresa tutti nel mondo. Nessuno si aspettava che il virus si diffondesse così in fretta, in particolare in Europa e in Nord America, che invece sembrano le zone più colpite. Nei primi periodi lo sconvolgimento, l’essere turbati dalle continue notizie sull’aumento dei contagi, dei morti e delle “zone rosse”, ci impedivano di pensare alle conseguenze della pandemia. Adesso però i tempi sono maturi per una riflessione su questo argomento.
La crisi economica nazionale
Per il prossimo trimestre è previsto un calo del PIL nazionale del 4,7, che salirà il prossimo anno a oltre il -9. Il settore turistico sarà sicuramente uno dei più colpiti, dunque la Sicilia e anche la città di Marsala avranno danni economici forti. La narrazione degli eventi e delle decisioni, prese per affrontare il coronavirus, da parte del governo italiano, danno un’immagine unica dell’Italia come di un gigantesco lazzaretto. Nell’immaginario degli individui che abitano fuori dall’Italia, non vi è differenza tra la Lombardia e la Sicilia, mentre di fatto la differenza c’è. Infatti la Sicilia ha un basso numero di contagi iniziali, così come un basso numero di decessi e di nuovi contagi giornalieri.
In Sicilia l’emergenza corona virus finirà prima che in Lombardia, è questo il messaggio che noi siciliani dobbiamo mandare all’estero. Insieme al messaggio dobbiamo però creare delle strategie efficaci e che garantiscano sicurezza ai turisti, strategie che partano dal “basso”, dalle potenzialità del territorio, dai suoi abitanti e dalle loro esigenze, e non strategie imposte dall’”alto”, uniformi per tutto il territorio nazionale e non rispettose delle differenze e delle esigenze locali.
Le potenzialità di Marsala nella sua storia
L’essenza di una città è rappresentata dalla sua storia, non solo dai suoi elementi fisici e materiali (strade, parchi, luoghi di lavoro, ecc.). Dunque è nella storia di Marsala che possiamo individuare quali sono le sue caratteristiche che la distinguono in mezzo alle tante città siciliane e italiane. Del resto Marsala è il comune più grande della Provincia di Trapani e il quinto più grande della Sicilia, dunque ha tutte le carte in regola per spiccare rispetto agli altri comuni.
La storia della nostra città di Marsala ha origini fenice, i quali fondarono la città di “Lilybaion”, che significa “città che guarda alla Libia” in riferimento alla posizione geografica della città. Era un importante porto commerciale del Mediterraneo durante la storia antica. Dunque già nelle origini più antiche di Marsala è indicata quale è una delle sue potenzialità: l’essere in una posizione geografica tale da essere un importante scalo commerciale mediterraneo. Le origini di Marsala, la sua ascesa, così come il suo declino, ruotano tutte intorno al porto della città.
Successivamente la Sicilia occidentale viene conquistata dai romani, Marsala continua a essere una città ricca e importante commercialmente. È celebre il giudizio di Cicerone che, intorno al 75 a.C, definisce Marsala (chiamata dai romani “Lilybaleum”) una “città splendida”.
Con l’arrivo degli arabi, durante il IX secolo dopo Cristo, Lilybaleum viene rinominata “Mars-alì”, che vuol dire “Porto Grande”. Marsala continua a mantenere il suo importante ruolo di porto commerciale fino al 1575 d.C, quando l’Imperatore Carlo V, per evitare incursioni di pirati arabi sulle coste siciliane, decide di interrare il porto.
Quest’ultimo evento rappresenta la morte per Marsala, infatti per circa due secoli si ritornerà a un’economia arretrata e di sussistenza.
Le cose cambiarono nel corso del XVIII secolo, quando un commerciante inglese (John Woodhouse) ritenne il vino prodotto localmente a Marsala di ottima qualità e decise di comprare qualche decina di botti da vendere in Inghilterra. La produzione del vino a Marsala produsse ricchezza e diede lavoro alla popolazione (a Woodhouse si aggiunsero i Florio e gli Ingham-Whitaker, i quali aprirono loro stabilimenti).
Possiamo ricavare un nuova potenzialità di Marsala dalla sua storia: la qualità del vino prodotta localmente, la cui commercializzazione fece rinascere Marsala dal declino che viveva ormai da secoli.
Negli ultimi decenni Marsala ha sviluppato una nuova potenzialità: mi riferisco al turismo, che ha rappresentato una spinta per la nostra economia locale durante la precedente crisi economica mondiale. Dunque la storia di Marsala, dalle sue origini fino ai giorni nostri, ci indica che la risorsa fondamentale è il mare (che vuol dire turismo, commercio e pesca), il porto (senza il quale il mare non può essere sfruttato), il vino (che rappresenta una risorsa prodotta localmente che può essere esportata tramite il porto) e infine il turismo (risorsa che si è sviluppata in tempi recenti, dato che in passato non esisteva il turismo di massa come ai giorni nostri). Un mix di queste risorse attuate contemporaneamente rappresenterebbe un momento di rinascita per l’economia marsalese e contribuirebbe anche all’economia di tutta la zona intorno, rendendo Marsala ciò che era e ciò che può tornare ad essere: il Comune più importante della Sicilia occidentale.
Contiamo su noi stessi
Marsala ha tutte le carte in regola per poter in modo autonomo creare un piano economico per attenuare e risolvere velocemente la crisi economica che è alle porte. Al momento, le quattro potenzialità che abbiamo individuato poco prima, sono in uno stato di crisi o abbandono. Io però credo che, con l’impegno di tutti i cittadini e delle istituzioni marsalesi, si possano risolvere le criticità e far ripartire e promuovere l’economia locale. Vorrei avanzare alcune proposte, delle possibili linee guida di una strategia pubblica futura da attuare insieme come comunità:
a) Il mare
Come sottolineato prima, la risorsa principale di Marsala è il mare, il quale non può essere usufruito senza un porto adeguato. Molte vicende di cronaca politica hanno recentemente acceso le questioni intorno al porto di Marsala , non è questo però il luogo per parlarne, la mia vuole essere una proposta produttiva, non una critica distruttiva.
Al di là di questi casi di cronaca politica, dall’analisi della storia marsalese appare chiaro che il porto è fondamentale per costruire una solida economia marsalese.
Nel passato il porto è stato fondamentale per il commercio, sia come punto di scalo e passaggio di merci, sia come centro di esportazione dei prodotti locali, in particola del vino. Nel nostro presente, oltre alla funzione commerciale, il porto può svolgere un ruolo funzionale alla crescita del turismo a Marsala, attirando turisti e navi crociera da tutte le parti del mondo. Oltre al porto è fondamentale in generale tutto il cosiddetto waterfront, ovvero la parte della città che confina con il mare. Recentemente l’ex sindaco di Marsala Giulia Adamo insieme a diversi esponenti della società civile cittadina ha scritto una nota all’attuale sindaco in cui sollecitava le istituzioni a partecipare al bando del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti “Programma di azione e coesione Infrastrutture e reti 2014-2020”, in cui sono previsti finanziamenti per i comuni che vogliono ristrutturare e riqualificare il loro waterfront. Sono opportunità come queste che a mio avviso bisogna sfruttare e non lasciarsi sfuggire per far ripartire l’economia locale.
b) Il vino
Come abbiamo visto nel breve excursus storico sulla storia economica di Marsala, il vino locale e la sua commercializzazione all’estero, rappresentarono un momento di rinascita economica per la nostra città. La pubblicizzazione all’estero, l’aumento della produzione (senza ovviamente perdere la qualità perfetta del Marsala) e la sua esportazione aumenterebbero i livelli di occupazione locali. Con la pandemia in corso, e tutte le maggiori potenze economiche europee e mondiale in crisi non meno dell’Italia, non sarà neanche possibile emigrare per trovare lavoro, dunque è necessario potenziare l’economia locale puntando sulle proprie eccellenze.
Il vino di Marsala rappresenta un prodotto di eccellenza, prodotto da moltissime aziende di grande qualità, farlo conoscere nel mondo avrebbe risvolti anche sul turismo, perché si potrebbero aprire strutture turistiche immerse nella viticoltura, organizzare eventi promozionali (festival, sagre, congressi di enologi ad esempio) e in generale attirare i turisti per gustare il nostro prodotto.
3) Il turismo e l’aeroporto
La risorsa che Marsala ha sviluppato negli ultimi decenni, grazie anche all’aeroporto, è il turismo. Purtroppo anche uno dei settori che maggiormente risentirà del lockdown nazionale deciso dal governo centrale. La Sicilia, così come altre zone del Sud Italia, ha avuto un numero di contagi veramente basso, ma ha dovuto sopportare le stesse restrizioni di regioni come la Lombardia e il Veneto. La narrativa istituzionale per giustificare le forti restrizioni alle libertà individuali ha creato un’immagine dell’Italia completamente contagiata dal virus: è proprio questa immagine dell’Italia come di un gigantesco lazzaretto è l’immagine che i media stranieri presentano alle popolazioni straniere.
La prima cosa che i siciliani dobbiamo fare, se vogliamo rialzarci e affrontare con una strategia il post corona-virus, è presentare la verità dei fatti agli occhi del mondo: la Sicilia non è il Nord Italia, la nostra isola è un luogo sicuro, nel quale si può viaggiare sicuri. Marsala, grazie alle sue risorse territoriali, potrebbe essere l’avanguardia di questo movimento siciliano grazie anche alla presenza dell’aeroporto.
La nostra città deve pubblicizzare se stessa come luogo sicuro, sano e protetto, che possa attirare i turisti non appena i viaggi riprenderanno. Vi sono numerosi modi per mantenere una mobilità internazionale controllata e sicura, come ad esempio i termoscanner negli aereoporti e stazioni per controllare la temperatura dei passeggeri prima di salire sul mezzo. In Sicilia vi sono numerosi esempi di piccole strutture turistiche che si stanno riorganizzando per offrire soggiorni sani e sicuri ai turisti, come ad esempio l’hotel Gutkowski, che affitta le sue 27 camere a gruppi di amici per piano, oppure l’azienda enologica “Monaci delle Terre Nere”, che offre appartamenti singoli immersi nelle viticolture dell’Etna. Sono sicuramente esperienze significative, che esprimono la volontà e la forza dei piccoli imprenditori siciliani di non arrendersi al corona virus, per questo hanno tutta la mia stima e ammirazione. Ne ha parlato recentemente anche il The Telegraph, a dimostrazione che sulla Sicilia c’è una attenzione internazionale.
Sarebbero esperienze veramente efficaci a livello collettivo se diventassero strategie gestite dalle istituzioni e proposte come esempio agli altri gestori di strutture turistiche.
D’altro canto non bisogna aspettarsi nulla dal governo centrale, da nessun governo centrale direi, almeno fino a quando le politiche nazionali saranno soggiogate da logiche di “burocrazia finanziaria euroinomane”.
La Regione Sicilia diventi autonoma finalmente e questo prima psicologicamente e poi politicamente e amministrativamente, sta a noi siciliani e cittadini marsalesi rimboccarci le maniche e mettere in campo le nostre eccellenze.
Marsala può fare da apripista ed in ragione della nostra storia a modello per il resto della Sicilia.