Intorno al porto di Marsala si consuma da tanti anni un dibattito pubblico e politico molto acceso, in particolare tra l’ex sindaco Giulia Adamo e l’attuale sindaco di Marsala, Di Girolamo (PD). Un’opera pubblica di proporzioni enormi, un progetto da 50 milioni di euro finanziabili dalla regione, che non è, almeno da quel che dichiara costruzione di un porto privato turistico, il MYR (Marsala Yatching Resort).
“Ci sono cose che voi umani non potreste nemmeno immaginare”, cosi si chiude uno dei film di fantascienza più ricordati dal pubblico nella storia del cinema. In blade runner si consuma la lotta tra gli uomini ed i replicanti che è un po’ la metafora di chi si rifiuta, per egoismo, di voler dare la vita e l’indipendenza a delle proprie creature, creature che in virtù della loro esistenza ed esperienza avrebbero potuto dare un contributo al bene dell’umanità.
Ma la fantascienza non appartiene alla sola fantasia, a volte si manifesta nella concreta realtà attraverso il mistero, cioè attraverso ciò che non si riesce, per vie razionali, a spiegarsi. Questo è il caso del grande porto polifunzionale di Marsala, un progetto che avrebbe portato ricchezza alla quinta città della Sicilia e che adesso qualcuno giura di non averlo mai visto altri che sia stato perso come “lacrime nella pioggia”. Ma per i cittadini di Marsala che vogliono spiegazioni questo non è tempo di morire ma di chiedere ed avere spiegazioni per una vicenda che sta a metà tra la fantascienza ed il mistero degno di un racconto di Edgar Allan Poe. Ma vediamo i fatti.
Era inizio 2013 Crocetta, all’epoca presidente della regione Sicilia, dichiarava che il progetto del porto pubblico di Marsala sarebbe andato avanti, d’accordo con l’allora sindaco di Marsala, Giulia Adamo. In effetti la giunta regionale dell’epoca votò una delibera in favore della continuazione del progetto, per snellire l’iter burocratico, per ricevere il via libera dal Ministero delle Infrastrutture e sopratutto il relativo finanziamento da cinquanta milioni di euro.
Il progetto del porto pubblico di Marsala prevedeva una messa in sicurezza di tutta la zona dell’attuale porto, il prolungamento del molo di sopraflutto (il molo più esterno) di Lanterna Rossa di 390 metri, la costruzione di un nuovo molto di sopraflutto di 596 in continuazione con quello già esistente di Lanterna Verde, la costruzione di uno spiazzo commerciale di 68 mila metri quadrati, oltre che tutta una serie di servizi necessari per il funzionamento del porto. Oltre a queste importanti infrastrutture era pure previsto un sistema di depurazione delle acque e di qualsiasi liquido che dalle banchine finisce in mare, un sistema antincendio e la creazione di aree pubbliche intorno al porto.
Oltre a questo progetto pubblico, se ne è aggiunto nel corso degli anni uno privato (il MYR) ovvero un porticciolo turistico per yatch: un granello di sabbia se confrontato con il progetto pubblico, ma compatibile come le matrioske più piccole che vanno dentro quelle più grandi.
Mi chiedo come sia possibile che ad oggi non ci sia nessuna traccia dell’inizio dei lavori per il porto pubblico e come l’attuale sindaco Di Girolamo affermi che “Non c’è un progetto pubblico per il porto di Marsala. Non si possono definire progetto quattro linee” e che sia stato mandato avanti solo il progetto privato del MYR.
Crono-storia della vicenda
Cosa è accaduto dal 2013 al 2019?
Innanzitutto preciso che il progetto pubblico è pronto dal 2012 (già nel 2009 l’Ufficio Opere Marittime del provveditorato Interregionale Sicilia-Calabria aveva dato il via libera al progetto sotto pressione dell’allora sindaco Giulia Adamo), firmato dall’Ingegner Viviani, ed è depositato presso gli uffici della Regione Sicilia. Purtroppo, a causa della presenza di un banco di posidonia di fronte la zona del porto (un alga importante per l’ecosistema marino), il progetto rimase bloccato fino a Settembre 2013, data in cui Giulia Adamo sollecita la Regione a riprendere l’iter burocratico.
Tra Ottobre 2013 e Gennaio 2014 il Ministero chiede chiarimenti all’allora sindaco Giulia Adamo circa la compatibilità tra il progetto pubblico e quello del porticciolo turistico e privato del MYR, cosa che la giunta comunale dimostra sottolineando come quello del MYR sia un progetto di messa in sicurezza di una porzione del porto, mentre quello pubblico si occupa della messa in sicurezza di tutta la restante parte. Tra Febbraio e Ottobre 2014 viene avviata la procedura VIA\VAS (il certificato di compatibilità ambientale del porto pubblico), concluso il quale il Ministero dell’Ambente fornisce il nullaosta a procedere sia al progetto del porto pubblico, sia a quello del MYR.
Il tutto si ferma quando nel Giugno 2015 viene eletto sindaco Di Girolamo: ad Aprile 2016 il Ministero dell’Ambiente sollecita il Comune di Marsala e lo invita ad una riunione per il 5 Maggio successivo. La riunione è stata disertata dal sindaco e dai tecnici della sua amministrazione, dunque il Ministero ha espresso parere negativo sul finanziamento del progetto del porto pubblico di Marsala, concedendo però 60 giorni al Comune di Marsala per fare ricorso.
L’inerzia del sindaco Di Girolamo e le conseguenze
A Ottobre 2016, data l’inerzia del sindaco Di Girolamo, il Ministero dell’Ambiente esprime un pare negativo sul progetto pubblico, affermando che “Dall’analisi della documentazione prodotta dal comune [di Marsala] non si evince quali siano i pericoli riscontrabili nell’attuale configurazione portuale che ne giustifichino l’urgenza per la messa in sicurezza”. Allo stesso tempo il Ministero sottolinea come “Ha più volte tentato di richiedere chiarimenti in merito, anche attraverso la convocazione della riunione del 5/05/16 alla quale il proponente (cioè il Comune di Marsala) non ha dato riscontro”.
Il 25 Luglio 2017, data l’ulteriore inerzia del Comune di Marsala, il Ministero dell’ambiente boccia definitivamente il progetto del porto pubblico di Marsala, dando comunque la possibilità al sindaco di fare ricorso al TAR entro 60 giorni e al Presidente della Repubblica entro 120 giorni. Ovviamente il sindaco Di Girolamo non ha avviato nessuna procedura di ricorso
È evidente che il sindaco Di Girolamo mente quando afferma che il progetto del porto pubblico non esiste, visto che vi sono numerosi documenti inviati da vari ministeri al comune di Marsala che parlano proprio di questo progetto. Allo stesso modo Di Girolamo mente quando presenta il progetto del MYR (che si occupa solo della messa in sicurezza di una porzione del porto) come un progetto di importanza storica per la città di Marsala, perché avrà degli effetti minimi sull’economia locale, se confrontati con quelli che comporterebbe il
Progetto del porto pubblico
Voglio anche sottolineare come il Comune di Marsala per compiere i vari iter burocratici e le analisi del banco di posidonia (solo per quest’ultima sono stati spesi circa 17.500 euro), abbia investito soldi dalle casse comunali e che dunque, il non aver portato a compimento il progetto del porto pubblico da parte del sindaco Di Girolamo, ha comportato un danno erariale per le casse comunali. Il MYR avrebbe senso solo se affiancato al progetto del porto pubblico e commerciale. Il MYR è pensato per imbarcazioni di piccole dimensioni (infatti gli scavi per il fondale del progetto MYR saranno meno profondi di quelli del porto pubblico), ha una funzione micro-economica, nel senso che, attirando piccolo numero di turisti, potrebbe aumentare leggermente i consumi della zona intorno al porto, mentre un porto commerciale svolgerebbe una funzione macro-economica, nel senso che contribuirebbe ad aumentare la ricchezza di tutto il Comune di Marsala e della Provincia di Trapani. Il porto commerciale è pensato anche per far attraccare navi turistiche di dimensioni più grandi di uno yatch, dunque contribuirebbe in maniera più incisiva, rispetto che al solo porticciolo del MYR, all’incremento del turismo a Marsala.
Il porto commerciale darebbe un forte impulso a tutti i settori dell’economia marsalese: turistico, commerciale, industriale, agricolo. Inoltre la costruzione di un importante infrastruttura attira sempre investimenti e finanziamenti utilizzabili per migliorare altre infrastrutture (come ad esempio le ferrovie e le strade).
Se non si comprende come vi sia un legame tra infrastrutture e economia, allora non si potrà mai essere un bravo amministratore di una città.
È un ragionamento semplice e realmente non capisco come si possa preferire il MYR, una società privata che sta avendo grosse difficoltà a reperire il capitale necessario per il progetto, al progetto del porto pubblico, che sarebbe stato finanziato con fondi pubblici direttamente dal Ministero delle Infrastrutture. Volevo ricordare ai lettori che Favignana e Marettimo hanno ricevuto il finanziamento per la messa in sicurezza e il potenziamento delle loro strutture portuali, Marsala invece no e la colpa è soltanto dell’amministrazione del sindaco Di Girolamo.
Non si dovrebbe neanche discutere sull’importanza di un porto commerciale in una città che ha nel mare un elemento fondamentale della propria identità culturale e della propria economia materiale. Eppure, a causa dell’incapacità della giunta e in particolare del sindaco Di Girolamo, bisogna ancora una volta ribadirlo.
Il blaterare da parte di Di Girolamo a proposito dell’enorme opportunità che il MYR rappresenta per la città di Marsala non cancella la verità di fatto: con la “scomparsa” del progetto del porto pubblico, si sta perdendo un’opportunità che darebbe un nuovo impulso al futuro di Marsala e dei
marsalesi e si sta favorendo un’azienda privata piuttosto che tutelando e migliorando gli interessi della comunità. Così come questa verità di fatto non è cancellata dallo stanziamento di 800.000 euro da parte di Musumeci per la messa in sicurezza della zona del porto, sono sassolini in confronto a 50 milioni di euro di finanziamento per la creazione della più grande infrastruttura della quinta città della sicilia.
Purtroppo il porto di tutti i marsalesi non è sepolto nello stesso senso del porto di cui parla Ungaretti nella poesia che ha ispirato il titolo di questo mio intervento. Ungaretti si riferisce ad un antico porto ad Alessandria d’Egitto, inaccessibile perché di sopra vi è stato costruito quello moderno. Il poeta si concentra sull’inaccessibilità di questo antico porto vista come metafora del luogo dal quale il poeta attinge la sua poesia (il misterioso, il magico), purtroppo io lo intendo nel senso di “sepolto sotto il peso della cattiva politica e della cattiva amministrazione”, in questo caso del sindaco Di Girolamo.
Questa non è politica, non è una buona amministrazione in vista del bene comune, ma un’azione arbitraria che tutela interessi privati e di profitto di pochi individui a sfavore del popolo.