Qualità ed efficacia del Sistema Sanitario sono degli indicatori indiretti del grado di civiltà raggiunto dalla società. Valutare complessivamente lo stato di salute del Sistema Sanitario in Sicilia è opera ardua, se non impossibile, senza dover ricorrere a delle necessarie semplificazioni.
Infatti, data la vastità del territorio, il numero elevato di realtà e l’eterogeneità dei servizi resi, l’analisi complessiva ed esaustiva di tutte le realtà che interagiscono tra di loro porta inevitabilmente ad una frammentazione del pensiero che non aiuta la comprensione del fenomeno nel suo complesso.
Tuttavia, si può tentare una riflessione attraverso la trattazione di alcune “incompiute” che sono state più volte argomento di proclami a fini propagandistici ed elettorali.
Il polo pediatrico fantasma
Non c’è stato assessore e non c’è stato direttore generale dell’Arnas Civico che non si sia sentito in diritto, o in dovere, di promettere il ritorno del servizio di Cardiochirurgia Pediatrica dentro il comprensorio palermitano, dopo le tristi vicende giudiziarie legate al prof. Carlo Marcelletti (autore del primo trapianto di cuore su un bambino in Italia) che ne hanno determinato il trasferimento a Taormina.
Si sono ipotizzate le soluzioni più svariate e più volte sono stati fatti annunci altisonanti che davano per certa la ricollocazione su questo territorio di una UOC (Unità Operativa Complessa) di grande rilievo, con capacità attrattive che vanno ben al di là dei confini regionali.
Più volte si è dichiarato, illudendo le associazioni e gli operatori di questa area, che già le sale operatorie erano state pressoché ultimate e che mancavano pochi ritocchi per l’attivazione immediata di questo servizio essenziale per la comunità.
Ad oggi, tuttavia, la mera realtà delle cose continua a dimostrare che, al di là dei proclami, non c’è un piano, un progetto, una semplice idea, che riguardi veramente questo argomento. Ed il silenzio dell’Assessorato continua ad essere assordante.
Lo stesso si può dire dell’Ismep (Istituto Mediterraneo di Eccellenza Pediatrica), ovvero del progetto che riguarderebbe la creazione di un polo pediatrico costituito dall’attuale Ospedale dei Bambini e da una struttura fantasma che si sarebbe dovuta costruire presso il Fondo Malabotta.
Lo stesso Ismep sarebbe dovuto diventare Irccs (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), assumendo la struttura e lo status giuridico di Istituto di Ricerca, staccandosi dall’Arnas Civico Palermo e assumendo vita e dimensioni autonome.
Oggi, a fronte di nomine e spese sostanzialmente inutili, l’Ismep è un cartellone che fa bella mostra di sé presso i locali dell’Ospedale dei Bambini Giovanni Di Cristina, che va avanti grazie all’abnegazione di un personale ridotto all’osso i cui carichi di lavoro risultano essere insostenibili.
Il “capolavoro” della Neuroradiologia
Il servizio di Neuroradiologia, oggi declassato dalla Rete Sanitaria Regionale e Unità Operativa Semplice, pur essendo parte della rete “Tempo Dipendente” non è in grado di evitare periodicamente il trasferimento dei pazienti che vi giungono in urgenza per essere trattati per via endovascolare.
Il tutto perché, pur essendo in servizio presso l’Arnas Civico ben 4 interventisti, solo uno presta servizio presso questa unità, ed ovviamente non può essere sempre presente e disponibile.
Incredibile come in più di 10 anni nessuno si sia sentito in dovere di riorganizzare efficacemente quella che, a tutti gli effetti, sembra una vicenda kafkiana.
Stabilmente precari
Per ultimo, ma non ultima come importanza, la vicenda, penosa, delle stabilizzazioni.
Ovvero, quel paradosso per il quale, pur esistendo la legge Madia, seguita da un corollario di normativa regionale, la gran parte del personale precario in servizio presso il nostro Servizio Sanitario aspetta “ad libitum” una stabilizzazione che non arriva mai.
Il personale a partita iva che nel frattempo viene impiegato può fare 110 ore mensili e non 156. Inoltre queste persone, appena si formano, preferiscono spostarsi verso situazioni lavorative dove hanno maggiori riconoscimenti economici e professionali. Il che, per servizi a grande caratterizzazione professionale e a bassa standardizzazione come quelli citati, risulta essere una grossa perdita in termini di risorse economiche e umane, oltre ad una perdita di professionalità essenziali per dare un buon servizio ai cittadini.
Stiamo parlando di personale medico e del comparto la cui formazione è di alto livello, spesso laurea minimo triennale e che, una volta formato, dovrebbe rappresentare un patrimonio preziosissimo per le aziende e per i cittadini che ad esse si rivolgono per il bisogno di salute.
Purtroppo tutte queste considerazioni che, in un paese o in una comunità davvero consapevole dovrebbero essere sufficienti a licenziare per sempre una classe di politici e di amministratori, in Sicilia vengono ancora percepite come ineluttabili.
In questo ambito e entro questo paradigma si dovrà svolgere l’azione rinnovatrice di chi intende porsi come futuro rappresentante politico, portando elementi di novità che intendano scavare un solco incolmabile con il passato e proponendo un patto ed un sistema nuovo con i cittadini e con gli elettori.