Non ti vaccini ti ammali muori oppure fai morire.
Tutti ricordiamo le parole pronunciate un anno fa da Draghi come spot per la campagna di vaccinazione di massa. Poche settimane dopo in nome di queste parole avrebbe condotto la più grande discriminazione che si ricordi in Italia dai tempi del fascismo sotto lo stendardo detto Green Pass.
Non ti vaccini ti ammali muori oppure fai morire. In realtà non è andata cosi. È sotto gli occhi di tutti, anche al di là delle statistiche fornite dal governo, che si ammalano e muoiono in gran parte vaccinati con terza dose. La protezione dai vaccini, che doveva essere definitiva o quasi: ricordo infatti che si parlava di immunità per 5 o 10 anni, in realtà non è stata confermata dai fatti. Per non parlare dei crescenti dubbi della popolazione sulla pericolosità dei vaccini.
Il governo e chi cura la narrativa vaccinale si trova oggi in una situazione complessa. Intende spingere verso la quarta dose al di là della reale efficacia (la storia ci dirà se per interessi finanziari o per altre finalità). Il governo trova resistenze sopratutto nella platea dei vaccinati, sia per il crescendo di effetti avversi, sia per la manifesta inefficacia. Ed ha necessità di affrontare il nucleo di irriducibili. I cosidetti No-Vax, che hanno dimostrato, per quanto percentuali residuali della popolazione, di non cedere alle pressioni.
In questo scenario arriva come un fulmine Crisanti, uno dei tre tenori, che ha affermato che in realtà a morire non sono i no-vax ma i soggetti fragili e vaccinati e vanno protetti.
Molti hanno preso le parole di Crisanti come una autocritica. In realtà si tratta di altro.
Il processo di normalizzazione
La pandemia ha avviato, come ho già scritto, una vera e propria guerra di comunicazione. Costruita con parole ben scelte ed usate all’occorrenza contro idee, opinioni, persone critiche, alla narrativa del potere.
La narrativa del potere ha due obiettivi manifesti. Giustificare le restrizioni alla libertà. Se per esempio riflettiamo che la Sicilia è stata chiusa per quattro mesi per solo 370 casi viene la pelle d’oca. E sopratutto spingere alla vaccinazione di massa.
Per spingere la popolazione ad agire in modo compulsivo e talvolta irrazionale (io ad esempio considero la corsa a vaccinare i bambini inspiegabile sul piano razionale) era necessario un nemico. Il nemico è stato prima il Covid-19 e successivamente i No-Vax. La necessità di un nemico (come degli ebrei al tempo del nazismo) svolge una funzione catartica ed aggregativa dei gruppi. Cosa ben nota ai sociologi. Per creare l’acrimonia contro i No-Vax è stata attivata tutta la potenza di fuoco della comunicazione istituzionale e la frase di Draghi rappresenta il momento massimo di questo attacco alla pace sociale. Con quella frase ha alimentato, io credo in modo molto consapevole, il conflitto sociale in atto nel paese.
Adesso siamo in una nuova fase. Quella frase è stata sconfessata dai fatti. Serve adesso nonostante la popolazione si sia fidata ben tre volte con risultati discutibili, convincere che può fidarsi ancora. Serve dunque procedere a normalizzare il fatto che anche se ti vaccini puoi morire. E sopratutto che proprio perchè da vaccinato muori devi vaccinarti.
Il processo di normalizzazione
Il processo di normalizzazione è noto in ambito medico e psicologico. Si tratta di quel processo attraverso il quale le idee vengono accettate nella società. Paul-Michel Foucault ha affrontato la questione rispetto alle tattiche funzionali al controllo sociale. Descrivendo un processo che parte da una idealizzazione della normalità e quindi ipotizzando processi premiali o punitivi per indurre gli individui ad accettare quella normalità.
Nel nostro caso siamo nella fase in cui Crisanti sta contribuendo a scrivere una nuova normalità.
La “normalità” descritta da Draghi era quella di un vaccino che impediva di morire e di ucciedere. Il green pass e tutte le violazioni costituzionali conseguenti, cosi come i diritti acquisiti dal possesso del documento, rientravano tra gli strumenti indicati da Foucault per premiare o punire.
Crisanti adesso usa il nemico No-Vax in un modo molto sottile: per indurre i No-Vax a vaccinarsi hanno trascurato di informare e proteggere i fragili. Occorre quindi occuparsene. E la soluzione è dunque la quarta dose. Il processo di normalizzazione adesso è quello che indurrà la popolazione ad accettare come realtà normale che il vaccino non immunizza e non ti salva la vita, puoi infatti infettarti e morire se vaccinato. Una cosa del genere sarebbe stata inaccettabile prima della diffusione di questi vaccini. La sottotraccia del messaggio è che se i No-Vax si fossero vaccinati, la scienza non si sarebbe distratta. Il qualche modo la morte dei vaccinati fragili è ascritta sempre ai No-Vax.
Normalità e razionalità
Importante notare che l’impianto è irrazionale. Una delle regole base della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) afferma che se una strategia non funziona va cambiata. Ma è nell’indole umana insistere nella medesima strategia con più insistenza invece che cambiare strategia. Il meccanismo delle dosi trova dunque terreno facile nella disponibilità dei cittadini proprio perchè anche nella nostra vita ordinaria tendiamo a ripetere una soluzione che noi riteniamo adeguata anche con l’evidenza fattuale della sua inefficacia.
Crisanti pertanto non ha affatto cambiato opinione. Sta rivolgendosi al principale segmento di questa fase che sono i vaccinati che hanno resistenza verso la quarta dose. Solo apparentemente viene dato ossigeno ai No-Vax. Che sono molto ingenui a considerare questa dichiarazioni favorevoli. In realtà la pressione sui No-Vax sarà esercitata sul piano della forza (come avvenuto con il green pass) in quanto è ormai acquisito che quanti hanno resistito finora, spesso con motivazioni tra loro molto diverse, difficilmente potranno essere convinti dalla retorica del governo.
Io ritengo che il fatto che i cosidetti No-Vax non siano più attenzionati dalla propaganda del governo sia un pericoloso segnale dell’avvio a breve di nuove campagne repressive e coercitive.