Da diversi giorni Palermo è sotto attacco dei ViVi. Un gruppo anonimo che denuncia la pericolosità dei vaccini con scritte rosse sui muri ed un simbolo costituito da una doppia V cerchiata in rosso.
Chi sono i ViVi
I ViVi sono un gruppo dichiaratamente contro i vaccini e le imposizioni sanitarie. Avevo notato il simbolo qualche mese fa in occasione di una attività di propaganda che mi era parsa come metodo particolarmente suggestiva.
In pratica a Torino hanno acquistato dei manifesti per una campagna di comunicazione pubblicitaria per un video games, nella notte hanno trasformato alcuni simboli prestampati sui manifesti in messaggi no vax. Un modo creativo per agirare la censura preventiva delle concessionarie che attirò la mia attenzione.
Il mio contatto con i ViVi
La notizia rimase lì, ma in occasione della presenza a Palermo di Speranza ho avuto un contatto più ravvicinato.
Questa data è molto significativa, perchè rappresenta l’inizio delle attività del gruppo ViVi a Palermo. In questa occasione postai un commento ironico sui murales cittadini. Il commento in tutta evidenza non piacque ai ViVi e sulla mia pagina facebook ricevetti oltre 1200 commenti. Ho scoperto poi che questo genere di aggressione web è una delle strategie da loro adottate e si rivolge contro quanti sostengono le scelte sanitarie del governo. Nel mio caso probabilmente non è stato gradito il mio umorismo sul tenore delle scritte.
Per sdrammatizzare ho chiesto l’amicizia ad alcuni di loro che risultano al momento tra i miei contatti. Mi ero documentato sui ViVi ed ho usato la loro strategia di agire in modo inaspettato. Chi mai se attaccato su facebook chiederebbe l’amicizia?
Chi sono i ViVi e quando nascono?
I ViVi sono un gruppo di opposizione alla linea governativa sanitaria. Che loro definiscono Nazi-sanitaria. La parola nazista torna spesso nella loro comunicazione. Spiegano il motivo: dopo il processo di Norimberga fu vietata la somministrazione di farmaci contro il consenso degli individui. Il punto – sostengono – è che questo consenso per la campagna vaccinale anti covid in corso è stato estorto, mettendo a rischio il posto di lavoro, il diritto alla mobilità e nel caso dei ragazzi finanche il diritto a fare sport. Questo rende, dal punto di vista dei ViVi, quanto attiene alle cure con il vaccino (spesso definito farmaco sperimentale) una attività in contrasto con i diritti di libera scelta ed in linea con i metodi nazisti.
Ricordo infatti che una pratica nazista era la somministrazione di farmaci e la realizzazione di esprimenti sui prigionieri ebrei.
Orgoglio No-Vax
I ViVi sono contro il vaccini al punto da rivendicare con orgoglio l’appellativo No-Vax. Sono il gruppo più radicale rispetto alle contestazioni alle strategie governative, infatti contestano il vaccino. Sono infatti convinti che accettare l’idea del vaccino con gli obblighi conseguenti sia la matrice del problema. In questo possiamo dire che sono una voce dissonante nel coro oppositivo alle direttive governative. Il luogo comune accettato dalla maggior parte dei gruppi politici dissidenti è quello politicamente corretto che il problema sia la limitazione procurata dal green pass e non il vaccino stesso.
I ViVi nascono ad inizio pandemia, e sono radicati soprattutto al centro Nord. Fino al momento dei murales contro Speranza in Sicilia si era registrato qualche segnale ad Agrigento.
Il Simbolo
Il simbolo dei ViVi è una doppia V cerchiata. Ricorda il simbolo di un noto film. V di vendetta.
Il richiamo non è casuale ma fortemente voluto. La V del film richiama alla vendetta. Il simbolo – viene spiegato in uno degli audio diffusi dal gruppo – sebbene suggestivo era comunque già stato usato da altri. Ad esempio si richiama al film la V del moVimento 5 stelle. Nel film il vendicatore anonimo lascia ad Evey la coprotagonista, la decisione se procedere o meno con il piano di vendetta, Evey diventa il simbolo della rinascita. Le due V del simbolo dei V_V, che diventa a tutti gli effetti un nuovo simbolo, si richiamano quindi al film in questione e rappresentano dunque la deteminazione del protagonista (V), e lo spirito di rinascita di Evey.
Il simbolo per i ViVi è uno strumento centrale della strategia. Non esistono capi o vertici ma tutto è riconducibile ad un simbolo libero che viene utilizzato in modo autonomo dai vari gruppi del territorio. Se hai un capo, ed il capo viene sconfitto la battaglia è persa. Ma se non hai un capo fermare il processo è molto più complesso.
L’anonimato ed il Subcomandante
Questa strategia mi ha fatto venire in mente la vicenda del Subcomandante Marcos. Il famoso leader del movimento di lotta per la difesa degli indios del Chiapas. Il subcomandante ha sempre agito in incognito e con un passamontagna. Ed in quanto anonimo può essere sostituito da chiunque indossi un passamontagna, il che ha consentito al gruppo di operare per quasi trenta anni.
La diffusione del Simbolo
In ogni caso una delle strategie base dei ViVi è la diffusione del simbolo di lotta. Da esperto di comunicazione riconosco che questa funzione ha un senso particolare sulle opposizioni al governo ed alla strategia sanitaria. Io in passato ho partecipato a qualche manifestazione contro il Green pass ed una l’ho anche organizzata il 27 novembre 2021 a Palermo. Riconosco che per mesi non si è capito chi protestasse per cosa. Spesso non di sapeva neanche dove ed a che ora era la manifestazione (ma questo fa più parte dei metodi organizzativi alla palermitana). L’idea di un simbolo che rappresenti una idea oppositiva è la prima cosa che avrei consigliato da esperto di comunicazione, quindi il simbolo dalla prospettiva dei ViVi ha un senso. Viviamo in un’epoca di simboli ed immagini e prima di iniziare qualunque cosa è bene avere un simbolo e nel caso di attività commerciali un marchio. Il simbolo riassume senza parole il senso di quanto si intende rappresentare. Il simbolo non rappresenta l’appartenenza, questo è un passaggio importante. Il simbolo rappresenta una unità di intenti e rappresenta un pensiero oppositivo condiviso.
Questo mi fa capire che chiunque abbia avviato questo processo sa quel che fa. Qualunque sia il suo reale obiettivo.
I Capi dei ViVi
Un amico che era a conoscenza del mio interesse giornalistico per i ViVi nei giorni scorsi mi ha chiesto un contatto. Se esisteva una mail o un telefono, un sito web.
Naturalmente trattandosi di una forma di lotta anonima non esiste un modo per contattare i vertici. Esistono una serie di canali su telegram che è facile trovare scrivendo V_V. Questo è un canale di riferimento. Io francamente mi oriento con difficoltà, forse perché conosco poco il social in questione. Da quanto ho potuto capire al vertice, con grandi funzioni strategiche è Voice. Voice realizza periodicamente chat live, che poi restano fruibili. Io per esempio ho attinto molte delle informazioni da questa: V_V recap 01 .
Voice, la cui identità, come per il protagonista V di vendetta, è ignota, in realtà più che un capo in senso stretto è una specie di istruttore con una visione strategica. Non dà pertanto ordini. Ma produce una strategia scalabile ed applicabile sui territori in modo autonomo ed indipendente. In pratica le sedi destinatarie dei murale, i tempi, le scritte, sono decise in modo del tutto autonomo da chi opera sul territorio. Chi opera viene denominato Guerriero ViVi.
La visione strategica di Voice
Secondo Voice è in atto un piano da parte delle élite per una riorganizzazione della società, il cosiddetto Great Reset. Il grande reset è considerata una teoria complottista. Personalmente mi sono già espresso sul termine complottista. Secondo me si liquida troppo rapidamente qualunque pensiero critico come complottismo limitando in tal modo proprio il senso critico del pensiero. Invito ad approfondire il tema, per me suggestivo su questo mio articolo risalente al periodo dei lockdown. Il great reset punterebbe ad una riduzione del numero di abitanti del pianeta ed alla creazione di una gestione del potere su modelli cinesi. Ovvero cessazione sostanziale di ogni forma democratica. Per fare questo, soprattutto in Europa che ha un’antica tradizione di diritti e libertà, è necessaria una cura da cavallo. Questa è partita con il Covid-19 e con le conseguenti negazioni di diritti fondamentali. Lo strumento principale è stata l’introduzione del vaccino il cui obbligo surrettizio (green pass) apre la strada a violazioni di diritti costituzionalmente riconosciuti come la libertà di cura, che prima del covid-19 sarebbe stato impossibile attuare.
La curva del consenso
Secondo Voice questa trasformazione viene effettuata in modo non lineare ma oscillatorio. Una curva che alterna riduzioni di diritti, allentamenti della pressione, riduzioni dei diritti. In questo modo il fronte oppositivo viene lacerato, e secondo il modello della rana bollita descritto da Noam Chomsky la popolazione si abitua.
(Secondo il modello della rana bollita se butti una rana in acqua bollente questa salta subito fuori, ma se la metti in acqua fredda e fai salire molto lentamente la temperatura non farà a tempo a rendersi conto di quanto sta accadendo).
Se veramente fossero attuate a tavolino queste strategie ne potremmo trovare traccia ad esempio nell’aumento della benzina. Schizza sopra i due euro. Cominciano le proteste. Viene abbassata ad 1,85 per qualche mese, adesso (giugno 2022) è molto oltre i due euro ma non si sentono critiche.
Questo flusso ondulatorio non può essere gestito in modo cosi puntuale nel mondo senza i computer. In particolare sarebbero le IA (intelligenze artificiali), che utilizzando i grandi flussi di metadati provenienti dai social, in grado di comprendere gli umori del popolo e programmare in modo sistemico le relative azioni.
Sono certamente idee che appaiono fantasiose. Però spiegherebbero il fenomeno, quantomeno insolito, secondo il quale più o meno tutto l’Occidente ha proceduto con la medesima agenda, ma con tempi e modalità differenziate nel tempo. In Italia tutto si è spinto molto avanti probabilmente perché il corpo istituzionale (tribunali, medici, università ecc.) è stato meno reattivo che in altri paesi, come ad esempio la Spagna, paese nel quale ad esempio il green pass è risultato fortemente depotenziato dalla Corte di cassazione.
Ovviamente il fatto che una spiegazione renda plausibile una teoria non costituisce prova.
Le IA
Personalmente credo che sulle IA sappiamo molto poco. A parte il fatto che ho notato che google traslator traduce correttamente frasi sbagliate. Interpreta quindi le intenzioni di chi scrive, ed immagino che questo non possa che essere una attività di IA.
Recentemente mi ha colpito il licenziamento da parte di google di Balck Lemoine. L’ingegnere ha affermato di avere ragionevole certezza del fatto che alcune IA siano senzienti. Successivamente a questa dichiarazione è stato licenziato non per l’affermazione in sè, ma per avere reso pubblico un segreto industriale. Quindi è presumibile che sulle IA non sappiamo tutto, e le tesi fantasiose di Voice non sono in conflitto con questa ipotesi.
Questa tesi la trovate riportata nel podcast dal titolo “la curva del consenso”.
Anche in questo caso due indizi non sono una prova.
La Scacchiera
Se diamo per buono il mondo di Voice certamente si prospettano scenari distopici nei quali ogni nostra azione è già prevista nel grande flusso informatico dei big data. Questo contesto è descritto dalla metafora dello scacchiere. Scenario descritto in questo video. Finché agiamo sullo scacchiere dato, ogni nostra azione è prevista, prevedibile e gestibile. Vale dunque per la politica, per le manifestazioni di piazza, ecc. In questo scenario peraltro rientrerebbe la stringente agenda europea verso la moneta digitale e l’identità digitale. Più sposti i movimenti, opinioni, documenti, spesa, verso big data informatici, maggiore potere previsionale e precisione hanno le IA.
Per fare fronte a questo schema la proposta dei ViVi è uscire dalla scacchiera. Ovvero dare avvio ad attività non misurabili per via informatica e non prevedibili. I murales rientrano in questa strategia. Perché sono off line; raggiungono molte persone le cui reazioni nel bene e nel male non sono monitorabili; generano una comunicazione di secondo livello. Le pubbliche condanne sono infatti un alimento positivo della strategia. Se condanno chi dice che i vaccini uccidono e contesto questa frase la sto promuovendo, in rispetto al principio che il nostro pensiero non riesce a gestire la negazione del pensiero. Se vi dico di non pensare ad un elefante rosa non potete fare altro che pensare ad un elefante rosa.
Il dodecalogo
Le attività dei ViVi sono normate da dodici regole, che preso atto della situazione invitano ad agire. Dalla lettura dei punti che trovate elencati qui emerge un quadro strategico che propone azioni non violente e disobbedienza civile, azioni finalizzate ad una netta critica al sistema sanitario ed a tutte le relative attività che finiscono con il sostenerlo.
Speranza a Palermo
L’arrivo di Speranza a Palermo avvia le attività della cellula dei ViVi in città. Si tratta di molte azioni distribuite nella città ed in tempi diversi, rivolte ad obiettivi strategici ben individuati. II che lascia presumere si tratti di un gruppo folto e ben organizzato che probabilmente si è rinforzato prima di agire.
La mattina della conferenza di Roberto Speranza a Villa Filippina le pareti della villa sono state rinvenute imbrattate con le scritte che danno del nazista al ministro. E con l’immancabile simbolo. Che adesso sappiamo viene sempre riportato per motivi strategici. Le autorità denunciano anche colla nei catenacci della villa.
Le scritte sono prontamente cancellate, ma restano le foto ad immortalare quanto accaduto.
Dopo essermi documentato ho qualche dubbio che i catenacci di Villa Filippina possano essere stati incollati dai ViVi. La strategia dei ViVi è studiata nel dettaglio. Imbrattare i muri è un reato amministrativo. Non è un atto vandalico in quando tecnicamente l’atto vandalico rende inutilizzabile il bene. I ViVi, da quando ho potuto capire sono contrari a danneggiare oggetti e beni. Una delle attività che ho sentito proporre in un video ad esempio è la realizzazione di adesivi. Per il fatto che essendo removibili possono essere affissi sulle auto e rimossi senza danneggiarle. Quindi credo, ma potrei sbagliarmi, che la colla non sia stata opera loro.
Attacco alla CGIL di Palermo
Il 7 giugno sono apparse le scritte anche presso la sede della CGIL di Palermo. Si tratta in tutta evidenza di un gruppo diverso dal precedente, come si evince dalla grafia del simbolo abbastanza diverso nei due casi.
Questo attacco ha avuto luogo a ridosso delle elezioni ed ha avuto una eco inferiore rispetto al precedente.
Ordine dei medici
Ultimo in ordine di tempo, l’attacco all’ordine dei medici di Palermo, con le scritte “servi di un governo nazista” e “Medici pro vax psicopatici nazisti”. Qui il link con la condanna ufficiale dell’ordine dei medici.
L’attacco all’Ordine dei Medici di Palermo suona insolito, in quanto l’ordine dei medici di Palermo, per quanto possibile (tenuto conto che trattasi di un ente governativo) ha cercato delle posizioni moderate sul tema degli obblighi. Io ho incontrato il presidente Toti Amato subito dopo il lockdown e nell’intervista dava rilievo all’esigenza di rafforzare la medicina del territorio invece della strategia ospedaliera, che sappiamo oggi essere stata una delle cause dell’inefficienza delle azioni di contrasto al Covid-19.
Da quanto ho capito per l’impostazione strategica e le visioni dei ViVi, chiunque non si opponga fermamente è considerato un collaborazionista anche se con posizioni moderate.
Conclusioni
Sono personalmente e per certi versi professionalmente incuriosito dal fenomeno. In termini di comunicazione e di strategia io credo che i ViVi hanno dimostrato di conoscerne a fondo i meccanismi. Proviamo a dare un valore economico agli articoli generati dagli attacchi? Quanto avrebbero dovuto spendere in pubblicità per avere la medesima visibilità?
Nell’idea che mi sono fatto del fenomeno gli attacchi a Palermo non sono “ordinati” da qualcuno. Ma la presenza di gruppi cosi attivi anche in una città generalmente refrattaria come Palermo è semmai misura che il livello di tolleranza da parte dei cittadini va riducendosi progressivamente.
La storia delle IA che gestiscono questi flussi mi pare un po’ da film sinceramente. Anche se devo dire che da film appaiono anche gli inseguimenti dei corridori sulla spiaggia perché senza mascherina, gli elicotteri per sventare gli assembramenti a base di sasizza sui terrazzi, o i ragazzi fatti scendere dagli autobus perché sprovvisti di green pass.
Al di là di come ciascuno di noi si ponga su questo fenomeno è fuor di dubbio che siamo di fronte ad un climax crescente. Queste scritte denotano un livello di insofferenza che coinvolge sempre più aree e cittadini.
Le istituzioni farebbero bene a non sottovalutare la situazione.