Immaginate per un attimo Antonio Albanese, il comico siciliano, che decida di costituire un partito e decida di farlo nel ruolo di Cetto La Qualunque. Lo chiamerebbe certamente il Partito Migliore. E probabilmente ci inviterebbe a votarlo proprio perché si chiama il Partito Migliore. Perché, d’altro canto, dovreste votare un partito peggiore?
Al primo sondaggio il partito prenderebbe qualche ridicola percentuale, il che non impedirebbe a Cetto La Qualunque di rappresentare nelle interviste i magri risultati nei sondaggi come un clamoroso successo. E immaginate che da lì il consenso cominci ad arrivare veramente fino alla vittoria elettorale.
Questa storia è successa veramente. Cambiano solo i nomi dei protagonisti.
Siamo in Islanda, nel momento della massima crisi del paese. Dopo il crollo bancario del 2008. Il comico più famoso del paese, Jón Gnarr, si candida per scherzo alle elezioni a sindaco della città di Reykjavík. Fonda il partito Besti Flokkurin, il “partito migliore” appunto, che viene rilevato ai primi sondaggi con un magrissimo 0,7%, dato che non impedisce a Gnarr di commentare il risultato quale successo clamoroso.
Avvia cosi una incredibile e surreale campagna elettorale nella quale Gnarr promette che non farà nulla per tutto il periodo del mandato, confessa di essersi candidato per uno stipendio sicuro e per potere usare i bagni del sindaco. E promette tra le altre cose che saranno bandite le droghe in consiglio fino al 2020.
Il Partito Migliore non fece alcuna attività di propaganda e nel giro di qualche settimana i sondaggi lo davano al 10%.
La campagna elettorale fu esilarante.
Tra i punti chiave: la piscina gratis per tutti gli islandesi, incluso le tovaglie; provvedimenti forti per l’economia: avrebbero importato ebrei notoriamente bravi con i soldi. Il programma teneva conto anche degli agricoltori che avrebbero avuto il diritto di portare una pecora in albergo, senza costi aggiuntivi. Ed ancora, per venire incontro ai problemi dei disoccupati avrebbe aperto una grande Disneyland ed i disoccupati avrebbero avuto diritto alle fotografie gratuite con i vari personaggi disney. Mentre per lo sviluppo turistico prevedeva un grande parco tematico con i dinosauri di Juriassic park, l’unico vero problema era fare acclimatare i dinosauri al rigido clima islandese, ma era certo ci sarebbero riusciti.
Naturalmente partecipa ai programmi televisivi ed, a seguito di un confronto televisivo con altri candidati, alla domanda su cosa intendesse fare per l’aeroporto locale, Gnarr dichiarò: “Ad essere sincero non ne ho la più pallida idea”, ed abbandonò imbarazzato la trasmissione televisiva, riconoscendo la sua inadeguatezza. I commentatori la definirono immediatamente la morte politica di Gnarr, ma dovettero ricredersi presto, la popolazione apprezzò la sincerità ed il partito schizzò al 20%.
La corsa sembrava inarrestabile e nei sondaggi toccò punte del 38%.
Nel dibattito televisivo conclusivo prima del voto, Gnarr dichiarò che il Partito Migliore non desiderava fare veramente politica ma semplicemente divertirsi, e tuttavia ora c’era poco divertimento per cui il Partito Migliore si ritirava dalla competizione. Il silenzio e l’incrocio di sguardi tra altri candidati e presenti in sala viene presto interrotto dallo stesso Gnarr: “Scherzavo!!!”
Il Partito Migliore vince le elezioni con il 34,7%.
Non hanno preso impegni elettorali, tranne quello di non ricandidarsi, non hanno assolutamente nulla da perdere, e nessuna esperienza di politica e di governo. Hanno da gestire una città in ginocchio e talmente sfiduciata dalla politica da considerare un partito anarcosurrealista, nato per gioco, la migliore alternativa su piazza.
Per raggiungere la maggioranza in consiglio, e quindi governare, Gnarr promette di accordarsi con il leader politico che avesse visto tutte le serie di the Wire, la sua serie preferita. I socialdemocratici accettarono e Dagur Eggerson affittò la serie e chiuse l’accordo di governo.
Senza risorse Gnarr cerca di intrattenere gli elettori con diversivi degni delle sue competenze artistiche:
– all’incontro con una delegazione commerciale cinese chiese di liberare tutti i dissidenti detenuti in Cina;
– al Gay Pride si presentò vestito da donna;
– al seggio per le elezioni politiche vestito da Cavaliere Jedi;
– organizzò il concorso per il gatto più grasso di Reykjavik al fine di nominarlo cerimoniere delle feste natalizie cittadine;
– ed il concorso “Il Giorno del Buongiorno”, chiedendo ai cittadini, almeno per quel giorno, di salutarsi con cordialità (la richiesta peraltro fu ben accolta dalla popolazione).
Mentre questo accadeva, forti anche dell’accordo con il partito Socialdemocratico, con un approccio al fare decisamente innovativo, una volta al potere Gnarr iniziò a lavorare seriamente, ed il Partito Migliore portò ad un cambiamento strutturale l’amministrazione cittadina.
“La cosa più radicale che abbiamo fatto – dirà Bjorn Blondal, il Principe delle Tenebre, chiamato così perché incaricato di dare le brutte notizie – è stata andare al potere. Anzi, la cosa più radicale che abbiamo fatto è stata andare al potere e, una volta giunti al potere, lavorare sul serio“.
“Il bilancio di quattro anni di anarchici al governo fu inaspettato:
i punk hanno risanato le finanze, lasciato in eredità discorsi memorabili, creato 24 chilometri di piste ciclabili, realizzato un nuovo piano per i servizi pubblici, riorganizzato il sistema scolastico, finanziato giovani artisti, incentivato il turismo, favorito una città rilassante e al tempo stesso frizzante. Ora le istituzioni islandesi non inneggiano più allo spirito vichingo ma alla creatività. La creatività del popolo islandese” (tratto da Meno Crisi e più Punk di Constantin Seibt, su the Passenger, Islanda).
Messa in ginocchio dalla finanza islandese ed internazionale, l’Islanda rinasce sotto la spinta surreale di un partito non partito. E trovò la sua salvezza dove mai avrebbe potuto sperare di trovarla, nell’irriverenza, nella creatività, nella follia.
Jòn Gnarr spiegò che se è vero che avevano vinto elettoralmente e politicamente la sfida, il solo modo per “fottere” veramente il sistema (ricordo che si tratta di un partito anarchico e Punk) era non candidarsi quando avevano la certezza della vittoria in tasca. Per cui tradì se stesso mantenendo l’impegno pre-elettorale e non si ricandidò.
Alle successive elezioni la competizione sul filo di lana fu tra Bjorn Blondal, il principe delle tenebre, che si presentò con una nuova formazione: Futuro Luminoso e Dagur Eggertson, leader socialdemocratico che poi vinse di poco, i rappresentanti politici che avevano portato al disastro l’Islanda e che l’avevano governata lungamente non furono mai in partita.
Bjorn continua la sua esperienza politica ed ha affermato: “Quando hai imparato a cambiare le cose poi ti diverti. E diventi bravo.”
A me questa storia ha affascinato enormemente.
Perché racconta un modo diverso di immaginare e fare le cose. Mette la speranza in fondo al tunnel ed affida alla creatività il compito di trovare soluzioni per quanto surreali possano sembrare. Contrappone alla tristezza del governo per come siamo abituati a concepirlo, l’entusiasmo e l’allegria del fare anche in modo irriverente e scanzonato.
Ad un durissimo attacco, anche personale, ricevuto in consiglio comunale da un rappresentante dell’opposizione, Gnarr rispose che gli dispiaceva quel pensiero, anche perché non ricambiato, in quanto pensava che lui invece fosse una persona intelligente, capace e perbene. L’idea di superare la contrapposizione del conflitto politico riconoscendo i meriti dell’avversario, è a mio avviso una strada straordinaria ed inesplorata della politica. Essenziale mi viene da dire, in questo momento storico in particolare, nel quale tutto sembra dover finire sempre in baruffa. Gnarr vinse e governò senza cercare baruffa, anzi evitandola il più possibile.
Questa storia ha per me almeno due motivi grande interesse.
Il primo è che insegna che la soluzione di problemi complessi, nella società di oggi, non può appartenere al singolo o alla singola forza, è necessario il contributo di tutta la società, ed è indispensabile cercare soluzioni in posti diversi, nella creatività ad esempio, che può aiutare a trovare soluzioni che altrimenti sembrano non esistere. È indubbio che il successo dell’esperienza islandese sta nella collaborazione leale tra gli anarchici di Gnarr, senza esperienza ma con nuovi punti di vista, e i socialdemocratici che conoscevano la macchina politica ed amministrativa. Il dato rilevante è che la politica per come l’abbiamo concepita finora da sola non ha le soluzioni e probabilmente è diventata il problema. L’accordo con i socialdemocratici dice anche che senza la politica tradizionale probabilmente non c’è soluzione. La soluzione pertanto sta nel mezzo con e senza la politica. Se trovi questa frase un pò criptica è perchè non sei un anarco-surrealista. Personalmente credo che se Gnar, da eletto, avesse provato a comportarsi da politico serio che non era, probabilmente la sua esperienza invece che memorabile sarebbe stata un disastro.
L’altro motivo di fascino è che Jón Gnarr ebbe un’infanzia difficile, era basso, magro, affetto da iperattività e deficit dell’attenzione, tentò due volte il suicidio, era considerato un ritardato, imparò a scrivere solo a 14 anni e ad elencare i mesi ancora più grande. Diventerà un comico di successo e sindaco di Reykjavik. Tirando la città fuori da un baratro, che sembrava ineluttabile, nel momento più difficile della sua storia. Questa storia ci dice anche che ciascuno di noi possiede risorse e forze davvero sorprendenti.
Reykjavík è una citta di 200.000 abitanti. Solo un anarcosurrealista potrebbe immaginare di applicare quel modello alla Sicilia, che conta 5 milioni di abitanti e problemi certamente immensi. Ma quello che questa storia insegna è proprio questo. C’è un momento nel quale quando tutto sembra tremendamente perduto devi avere il coraggio di vestirti da cavaliere jedi e trovare la soluzione, quella stessa che in doppio petto e cravatta non riesci a trovare.
A Reykjavík la vera svolta è stato l’avere raggiunto il massimo livello di disperazione. La sfiducia verso la politica era tanta che anche un comico era ritenuto preferibile dalla popolazione ad un qualunque politico classico. La forza di quel comico fu che rimase tale per tutto il periodo del suo mandato. Non dimenticò mai che non era un politico e diede il suo contributo alla politica fornendo altri punti di vista, cambio la sua città per sempre ed ha lasciato a tutti noi una straordinaria opportunità per riflettere.
Auguro a tutti noi di continuare sempre a credere che esista una soluzione per tirarci fuori dai guai per quanto surreale quest’ultima possa sembrare.
Commenti e crediti
Ho cercato di documentarmi per quanto ho potuto su fonti in inglese (non conosco l’islandese), purtroppo non ho trovato informazioni sul gatto scelto per le cerimonie natalizie, se lo avessi trovato sarebbe stata l’immagine di questo post. Se un giorno dovessi fondare un partito anarcosurrealista e candidarmi a sindaco lo farei solo per potere scegliere il gatto cerimoniere del Natale a Palermo. Penso che la mia città ne abbia realmente bisogno. Ho preso ispirazione dall’articolo di Costantin Sibt su The Passenger Islanda che vi consiglio di leggere; e dal documentario Gnarr – Best Party (qui sottotitolato in inglese), che vi consiglio di guardare.
Consiglio inoltre di godersi il video-clip della campagna elettorale, considerato lo spot elettorale migliore di sempre.