Può esservi dialogo tra la scienza e il dialogo?
Per dialogare bisogna essere in due. Noi crediamo di si. Tutti hanno diritto di esprimere la propria opinione, ovviamente se argomentata e fondata. Se non lo è, l’ argomentazione cade da se. Se è una stupidaggine da se si mostra come tale. Non c’è bisogno di discutere del fatto che l’eliocorno non esiste né di arrabbiarsi contro chi lo sostiene e intentare un processo contro chi lo sostiene.
Se la teoria ha un fondamento si discute e con la forza degli argomenti e si mostra la via verso la verità ma anche se è un errore, si badi bene, ovvero se la teoria si mostra debole e diventa una opinione fallace, anche in questo caso essa è un dono per l’uomo intelligente perché, grazie a essa, egli impara a mettere a fuoco la sua ricerca della verità, a essere più consapevole e dare maggiore efficacia ai suoi argomenti; una teoria infondata può, nondimeno, possedere elementi veri anche se non è tutta vera, o presentare interessanti spunti per verità future. La scienza oggi, e gli scienziati più evoluti lo sanno, non è la più la scienza ai tempi di Galileo. La verità non è verità incontrovertibile, è ipotetica, ha una natura probabilistica e statistica e soprattutto è in cammino evolutivo con l’uomo sicché il vero di oggi domani potrebbe diventare falso e l’infondato e l’inverificabile di oggi diventare il probabile e il verosimile di domani.
Se capissimo questo saremmo tutti un po’ più umili e socratici. Una scienza che rifiuta il dialogo è pertanto, a nostro avviso, ideologia, scientismo non vera scienza. Ma c’è un’altra ragione per cui è importante non essere intransigenti dal momento che l’ intelligenza è superamento di qualsiasi intransigenza e fondamentalismo sia esso religioso o laico. Non bisogna confondere la scienza con lo scientismo. La scienza vera sta allo scientismo come Heisenberg sta a Burioni. Lo scientismo toglie alla ragione la possibilità di dialogare e impedisce di comprendere anche ciò che non rientra nel campo ristretto di ciò che è deterministicamente verificabille. Lo scientismo si converte nel suo contrario. Esso va a braccetto con l’irrazionalismo. Toglie alla ragione la possibilità di indagare campi che non le competono più perché la ragione diventa molto ristretta aprendo lo spazio alle letture astrologiche del futuro.
Lo scientismo esclusivo non salva la scienza, mutila il pensiero umano e distrugge il sapere in ogni sua forma sottraendo vasti campi del suo dominio a tutto vantaggio della superstizione che non vuole sottoporre i suoi sogni alla verifica ed esperienza della ragione. Lo scientismo come la superstizione non ammette dialogo. È chiaro. Non siamo contro la scienza: lo ripeteremo sino alla nausea, perché confidiamo nell’ intelligenza umana, non lo siamo si badi bene proprio perché siamo contro l’atteggiamento anti-scientifico che permea lo scientismo. Siamo contro lo scientismo e il suo fratello alleato l’irrazionalismo che dice di volere combattere. Lo scientismo rende la verità affare tecnico che riguarda gli esperti specializzati e instaura una dittatura del luogo comune e dell’opinionismo dilagante che mai viene supportato da dati o esperienze verificabili, che sono gli imperativi della scienza.
Scientismo e opinionismo sono il cuore della ideologia del capitalismo e della involuzione democratica odierna perché verità specialistica e riduzionistica non discutibile la prima e relativismo privo di possibilità di discussione fondata il secondo.
Cecchi Paone che si arrabbia in TV gridando che l’eliocorno (Dio) non esiste poiché ha senso solo tutto ciò che deve essere spiegato dalla Scienza è l’esempio del fondamentalista laico che produce paradossalmente proprio l’astrologo da aperitivo che contesta. La scienza vera che è anche filosofia (pensiamo ad Einstein, Bohm, Heisenberg e molti altri erano anche filosofi): essa mostra la possibilità del mistero, pur non attestandosi davanti nessun limite, e lascia spazio al cuore e all’ immaginazione senza rinunciare al rigore e alla potenza della ragione; liberare tutta la potenza del pensiero non vuol dire opporsi a ciò che lo supera.
Il pensiero sonda il mistero, ciò che è oggi sovrarazionale, ma non per questo sarà sempre irrazionale, esplora ciò che oggi non è ancora verificabile ma non per questo impossibile che lo diventi in futuro. I più grandi scienziati lo sanno. L’immaginazione e l’apertura e flessibilità mentale sono la componente fondamentale della ricerca.
Concentrare la nostra attenzione su questioni puramente terrene significherebbe limitare lo spirito umano, scrive Stephen Hawking: “Anche la più breve contemplazione del mondo ci commuove. Un brivido ci percorre la schiena e la voce rimane intrappolata in gola”. Siamo coscienti di avvicinarci al più grande dei misteri’ dice Carl Sagan. Il grande mistero fa battere il cuore e nutre la ricerca, non già la saccenza dei sacerdoti di ieri e di oggi.
Lo scientismo non è la scienza ma una visione filosofica che contraddice se stessa. Non contestiamo la fede nella ragione ma il suo abuso. Il male degli scientisti non sta nella sopravvalutazione della ragione ma nell’opposto ovvero nella imposizione di una forma limitata di ragione. La ragione non deve solo dimostrare la verità, in questo o quell’ ambito del sapere, verità che è sempre e giustamente parziale e falsificabile, ma deve osare andare oltre se stessa e partecipare del mistero della sua infinità. Ribadiamo. Per questa ragione non può che essere sempre aperta al dialogo e all’esplorazione dell’ignoto!
Il sapere è come un’ isola circondata dal mare del mistero. Più si espande più il mare appare misterioso. Che paradosso meraviglioso. La mente umana, l’isola, per quanto si espanda, non può, grazie a Dio, bonificare il mare del mistero. Non siamo mai stati, non saremo mai il centro dell’universo. Noi siamo parte della verità che indaghiamo. Anche l’intelligenza più geniale e vasta non può chiudere la verità dentro il suo sistema.
C’è un bambino in riva al mare che con una conchiglia riempie un grosso buco nella sabbia con l’acqua. Il vescovo di ieri (e il nuovo sacerdote scientista di oggi) si stupisce e chiede al bambino che stesse facendo. Il piccolo spiega di volere travasare il mare nella buca. Il sacerdote depositario della verità ride e spiega che scientificamente questo è impossibile. Il bambino sorride e risponde: faccio esattamente ciò che fai tu ogni giorno: con la conchiglia della tua teoria vuoi fare entrare l’infinità del mare della verità nella buca della tua mente ma ciò è scientificamente impossibile. Il bambino scomparve….il vero eccede ed eccederà sempre qualsiasi tentativo di sistematizzazione e formalizzazione della verità dentro la scatola della teoria anche la più geniale.