Il turismo gioca un ruolo strategico nell’economia della Sicilia. L’immagine che la Sicilia rimanda nel mondo, sia quella che richiama alle vestigia del passato, ma anche e soprattutto il modo in cui oggi l’isola sa rappresentarsi all’esterno e sa esprimere il proprio grado di civiltà e modernità, è, dunque, fondamentale.
Così quando, navigando per i social, vedo certe immagini della Sicilia che raccontano un realtà, purtroppo, terribile e sconcertante, dei nostri territori e di noi Siciliani, non posso che unirmi a quel coro inorridito, che si leva contro l’inciviltà di una regione altrimenti baciata dalla fortuna.
Sui social, infatti, non è raro vedere foto di cani, vivi o morti, abbandonati in discariche abusive lungo le strade periferiche e provinciali della maggiori città siciliane, come dei piccoli comuni. Postate magari proprio da turisti increduli e sconvolti. O capita spesso di leggere le denunce degli animalisti sulle gravi condizioni in cui versano in Sicilia i cani vaganti, ma anche i cani padronali. E ancora di imbattersi nei video che testimoniano le stragi di poveri cani avvelenati in massa da gente senza scrupoli e senza compassione.
L’ultimo caso, proprio nei giorni scorsi a Petralia Soprana, rimarrà alla storia come la “Notte della vergogna al Bivio Madonnuzza“: almeno 10 cani avvelenati e altri ne mancano all’appello. Una strage evitabile, visto che la situazione era stata ripetutamente segnalata dai volontari del posto e dall’associazione I Delfini Onlus di Castelbuono.Una strage avvenuta a pochi mesi di distanza dall’altra vergognosa vicenda dei trenta cani avvelenati a Sciacca. L’elenco, purtroppo, è lungo.
L’unica colpa di queste povere anime è essere nate in una terra bruta dove la vita di un animale non conta nulla, e dove l’applicazione delle leggi sul randagismo e la tutela degli animali è, troppo spesso, disattesa dai cittadini come dalle istituzioni.I tanti commenti che solitamente accompagnano queste strazianti foto, sono spesso molto duri, a volte feroci. Giustamente critici verso di noi, verso la mancata risoluzione di un problema altrove sentito come gravissimo. Da noi invece vissuto con indifferenza e colpevole immobilismo:
“SICILIA, INCIVILI, MAFIOSI, CRIMINALI, DELINQUENTI, OMERTOSI, E CHI PIÙ NE HA PIÙ NE METTA!!!!!”
“Gli stronzi sono DAPPERTUTTO ma in Sicilia c’è proprio un’altissima percentuale.”
“da quarto mondo, la sicilia fa schifo”
“Sciacca io la odio”
“Che popolo ignorante e cattivo!!”
“Mi vergogno di essere siciliana”
“Quando lo dico io che è un posto di merda con gente di merda! Ci saranno quei pochi sani ma io sono nord questo schifo non lo trovo e nemmeno qui sono tutti santi! È un mondo a parte dove non andrò mai,mi dispiace!”
“…qualcuno vuole sapere il perché io non scelgo certe mete turistiche??…guardate questa foto scattata in Sicilia…ecco li non vado per questa ragione….i siciliani, anche se non tutti sono così, non provano molta compassione per i loro randagi…io non vado in vacanza dove non c’è amore per i più sfortunati….i randagi….chissà che se tanti di noi facessero questa scelta qualcosa non cambiera’”.
Tutti questi commenti raccolti dai social sono come pugnalate al cuore di chi, come me, ama gli animali e vive con sofferenza ciò che accade; ma ama anche, malgrado tutto, la propria terra e cerca con orgoglio di difenderne l’onore e la bellezza. A volte però è davvero difficile. E nell’indifferenza generale e istituzionale, spesso si ha la triste sensazione di essere da soli a sostenere tutto il peso e la responsabilità di porre fine a tutta questa barbarie, nella speranza anche di restituire dignità al proprio popolo.
Queste agghiaccianti vicende, che si ripetono sempre più spesso, a cui sembra che ormai tutti si siano abituati, testimoniano di un’arretratezza culturale e sociale profonda. Ma denunciano anche la totale inadeguatezza di chi è chiamato a risolvere le urgenze dei territori così come a governare i processi socio-culturali.
Mancano un progetto politico e culturale per quest’isola e una pianificazione dei processi che possano risollevare la Sicilia dal degrado profondo in cui è precipitata.
Se il grado di civiltà di una nazione si misura dal modo in cui tratta gli animali, forse è proprio da qui che dobbiamo e possiamo ripartire. Ma la strada da percorrere è tanta e tutta in salita.