Per la prima volta un’associazione di difesa per le persone con disabilità ha deciso di attaccare, o meglio richiamare alle proprie responsabilità 29 parlamentari, uno ad uno. Spieghiamo il perché.
Occorre partire da fine aprile scorso per comprendere la gravità dell’azione compiuta dai 29 parlamentari che hanno votato NO all’emendamento che avrebbe restituito 2.6 milioni al fondo per le disabilità. L’emendamento introduceva un rimedio tecnico attraverso il quale poi rifinanziare i piani personalizzati per la 328/2000 (il comma 4° dell’art. 30 della finanziaria di pochi mesi fa rimaneva comunque già sepolto dalla maldestra e frettolosa operazione di maquillage o, più benevolmente, drafting contabile del governo, in sede di assestamento di bilancio).
È stata appena approvata la finanziaria, ed un emendamento viene non soltanto votato all’unanimità da tutto il parlamento ma viene addirittura pubblicato su tutti i giornali come un PRIMO PASSO VERSO L’APPLICAZIONE DELLA 328/2000.
Siamo stati all’epoca molto critici perché i fondi ci sembravano(e lo sono) davvero risibili, rispetto al bacino di persone interessate dall’applicazione della norma, ma abbiamo apprezzato la volontà di avviare un percorso.
Dall’aprile del 2018 noi abbiamo continuato a fare pressione affinché queste somme venissero spese, così come i fondi europei promessi alle persone con disabilità grave (40 milioni), i fondi residui derivanti dalla riduzione agostana dell’assegno di cura per i gravissimi (da 1500 a 1200 euro mensili) e tutte le altre somme che giacciono non spese nei cassetti di vari enti locali, su cui la Regione DEVE vigilare.
Orbene, malgrado i nostri continui solleciti, nulla si è mosso. Fino a qualche settimana fa.
29 NOVEMBRE: Il governo prova, all’interno del disegno di legge di assestamento, a togliere dal fondo generale per la non autosufficienza non 2 milioni e mezzo ma 20 MILIONI di Euro. La nostra reazione è stata ovviamente esplosiva.
30 NOVEMBRE: il governo fa marcia indietro con una scusa ridicola.
3 DICEMBRE: su nostra sollecitazione interviene anche la Garante delle Persone con disabilità chiedendo al Presidente che con urgenza tutte le somme vengano immediatamente impegnate per evitare che possano essere stornate in fase di variazione di bilancio.
9 DICEMBRE: i problemi all’Assessorato Famiglia sono noti da molto tempo. Facendo una ricerca, ci rendiamo conto di molte richieste fatte dall’assessore competente al suo dirigente mai evase.
10 DICEMBRE: con la solita ironia che ci contraddistingue continuiamo a chiedere al Governo e all’Ars di non fare i furbi e di garantire a tutti quello che ci spettava.
Adesso, durante la variazione di bilancio, scopriamo che 2.6 milioni di euro, non essendo stati ancora impegnati dalla Regione, erano “liberi” e li hanno stornati su altre voci di bilancio. Il nostro sdegno e stupore non si è fatto attendere, ovviamente. Come era possibile che quelle somme, già dichiarate dagli stessi parlamentari come “insufficienti, ma un primo passo per il futuro” vengano adesso stornate perché “non impegnate”? Perché non sono state impegnate? Qual’è la ragione? Tranne alcuni esponenti dell’Ars NESSUNO, nella maggioranza dei parlamentari, si è posto il problema.
Abbiamo gridato per questo: era ingiusto perché quei soldi, magari non ancora impegnati per pura inefficienza amministrativa (e non perché “in più rispetto al fabbisogno…” altro che “in più”..ce ne vorrebbero per 20 volte in più) sono stati comunque impiegati per “altre esigenze” del calderone dei “rattoppi” … della VARIAZIONE 2018.
Viene però presentato un EMENDAMENTO, anche alla luce delle nostre proteste, che rimetteva i 2.6 MILIONI al loro sostanziale posto e avrebbe consentito agli uffici la riallocazione, facendo riconfluire le risorse nel generale fondo per le disabilità.
Orbene, è stato tutto bocciato per un SOLO VOTO. UNO SOLO.
A questo punto sgomenti abbiamo chiesto a tutti i parlamentari che avevano votato no… il PERCHÈ.
Onorevoli La Rocca Ruvolo, Aricò, Miccichè, Figuccia, Amata, Cordaro, Bulla, Cannata, Caronia, Catalfano, Compagnone, Di Mauro, Falcone, Gallo, Galluzzo, Genovese, Grasso, Lagalla, Lo Curto, Lo Giudice, Milazzo, Pullara, Ragusa, Rizzotto, Savarino, Savona, Tamajo, Turano, Zitelli, perché?
Siamo stati attaccati anche dalla Presidente della Commissione Salute La Rocca Ruvolo.
Una cosa non tolleriamo, quando ad un problema politico si risponde BUTTANDO FUMO NEGLI OCCHI con tecnicismi, pensando che gli interlocutori non capiscano di cosa si stia parlando.
Occorre puntualizzare che i fondi stornati su altre voci di bilancio o meglio, SCIPPATI, potevano comunque essere impegnati anche in questo mese. ANCHE OGGI VOLENDO… O IERI, O DOMANI entro il 31 dicembre. Questi fondi erano tra l’altro attesi da molti comuni. Vi diamo un dato per capire meglio. Al Comune di Palermo hanno attivato quest’anno piani, con soldi (solo del comune oltre 1 milione e mezzo di euro, più circa seicento mila da FNA nazionale) per i piani ex art. 14 legge 328/2000 nazionale, ma si stanno fermando. Ovviamente, se fossero arrivati 1 milione e mezzo (cifra approssimativamente spettabile se impegnata a loro favore dalla Regione, sui 5 milioni teorici) avrebbero redatto e posti in essere un 40% di piani in più.
L’emendamento della discordia tendeva ad operare un rimedio a una tecnica del “rastrellamento ove cojo cojo” rimettendo i soldi al loro legittimo posto. Ci chiediamo: questi soldi erano in più perché inutili (quindi stanziati in abbondanza) o perché gli uffici non li avevano mai impegnati per pura inefficienza? Il problema è politico…
Se la metà del parlamento crede che sia opportuno rimettere quei soldi al fine di permetterne l’immediato impegno per aiutare i comuni con i piani individualizzati…. è un problema politico. Sappiamo che si potrebbe obiettare che gli altri fanno l’”opposizione”, ma su questi temi, non dovrebbero esistere distinzioni di alcun tipo, si è persone prima che appartenenti ad un partito, e poi, all’interno di questa Assemblea non troviamo nitido alcun confine fra una “maggioranza” e una “opposizione” in quanto da tempo è lo stesso Presidente ad affermare che maggioranza non ne ha.
Ricordiamo ai parlamentari che è compito degli eletti all’Ars VIGILARE affinché i fondi siano spesi correttamente. Perché il potere demandato ai parlamentari e alle commissioni è anche quello di CONTROLLO dell’azione dell’esecutivo. Non devono solo pigiare quadrimestralmente un bottone.
Quella compiuta l’altro giorno è una scelta politica, e non ragionieristica, perché bastava capire il perché quelle somme non fossero state impegnate per comprendere che politicamente era un boomerang votare NO.
Lunedì mattina presenteremo una richiesta di accesso ai sensi della normativa F.O.I.A., all’Assessorato Famiglia, per comprendere di chi sia stata la responsabilità amministrativa del mancato impegno delle somme indispensabili ai comuni per avviare il percorso della 328/2000. Ecco: questo sarebbe un altro lavoro che qualunque parlamentare potrebbe fare in autonomia, se solo volesse. Li abbiamo eletti anche per questo.
ll voto all`ARS è triste esempio di come, paradossalmente e amaramente, le logiche politiche, o di partito o di gruppo, possano superare le IDEE, il BUONSENSO, le PROMESSE, le PAROLE, la COSCIENZA e i DOVERI ISTITUZIONALI.
UN SOLO VOTO… UN SOLO VOTO… UNA SOLA PERSONA poteva evitare questa brutta pagina politica.